Ci sono buone possibilità che i miei chemiorecettori distribuiti sulla superficie della mucosa nasale stiano subendo una evoluzione dovuta a tutti i fattori che conosciamo – inquinamento, effetto serra, scie chimiche, gruppi bilderberg e sirene varie – ma è molto più plausibile che il vostro gusto in fatto di profumi stia cambiando perché rispetto a prima, e smentitemi se ne avete le prove, sono molto più forti, più intensi, più barricati direi, se sapessi che cosa significa esattamente. In ascensore c’è da sentirsi male. Per strada rimangono scie gassose inalterate malgrado le trombe d’aria. L’altro giorno mia moglie ha provato una crema dell’Erbolario sul dorso della mano e non è andata più via fino a sera. Chiaro che è meglio morire soffocati da traumi olfattivi, pensati per il piacere dei sensi, rispetto alle secrezioni naturali cui siamo soggetti e che spesso, specialmente nella bella stagione – bella a chi? – omettiamo di coprire. E se la smettessimo di tenere gli occhi ad altezza short riusciremmo anche ad associare essenze a personalità, non trovate? Io invece che sono uno puro e guardo solo in alto, ad altezza attico per intenderci, sono un appassionato di tetti (niente battute please), stamattina ho avvertito un orologio a cucù suonare le otto con il caratteristico verso e il mio caratteristico incedere mi ha permesso di individuare immediatamente la finestra da cui il suono proveniva. Mia nonna, come tutte le nonne, ne possedeva uno ma non ricordo come si facesse a disattivare l’uscita dell’uccellino meccanico nelle ore notturne. Forse non si poteva ma non ne sono sicuro. Comunque mi ha sorpreso il fatto di sapere che nel 2014 nelle case di qualcuno di voi si possono ancora trovare dispositivi meccanici d’altri tempi, con le pigne e le catenelle per dare la corda. E così alla fine, prestando attenzione all’origine di quel suono che scandiva il tempo, non ho visto una anziana signora che faceva giocare un ingombrante incrocio di husky con non so quale razza, tutto bardato da cane d’accompagnamento anche se la signora, che zompettava con un galletto di gomma in mano sfidando il cane a mollare la presa, sembrava tutt’altro che bisognosa di essere accompagnata. Anche il cane puntava la finestra del cucù, così per scusarmi per il fatto di averlo scontrato mentre tenevo il naso per aria l’ho accarezzato. La signora si è avvicinata per proteggermi temendo chissà che cosa, questo mi ha permesso di sentire la fragranza di un’acqua di colonia di altri tempi, quelle alle essenze floreali che un tempo si usavano e che in campagna attiravano le vespe. Ecco, forse le nuove profumazioni sono pensate apposta per tenere alla larga tutti gli insetti che, con i cambiamenti climatici, oggi popolano le nostre latitudini. Un amico, che lavora nel centro di Milano, si è trovato un geco – che lo so che non è un insetto è ma per farvi capire che non si capisce più niente – in ufficio, per dire. Molto più strano di un orologio a cucù nel 2014.
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