Fini e l’Italia della P4

Creato il 24 giugno 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Siamo ad “Otto e mezzo”, la domanda viene posta in apertura di puntata: Che politica e che classe dirigente emerge con questa P4? A rispondere è il presidente della Camera, Gianfranco Fini:  “Certamente non è uno spettacolo edificante, il Pdl è un partito che ha avuto tanti assensi ma non è sufficiente in politica, c’è uno sfilacciamento morale, ci sono reti di complicità, grandi litigi, e c”è l’antico problema della opportunità o meno di pubblicare le intercettazioni, mi auguro solo che il governo riponga nel cassetto l’idea di intervenire con un decreto.  Anche uno “studente di diritto costituzionale può capire che non verrebbe rispettato il requisito di straordinaria necessità e urgenza”. “C’è la necessità di regolare l’uso e la pubblicazione delle intercettazioni, ma questo decreto potrebbe diventare un “decreto bavaglio”, ha ammesso Fini, una delle ultime conversazioni che ebbi con Berlusconi prima della rottura era proprio sul ddl intercettazioni, un testo che per noi all’epoca era inaccettabile e si lavorava a nuovo testo, ma il premier disse che era inaccettabile andare sotto il testo varato al Senato, poi non si è fatto nulla, vedremo”.

Secondo gli inquirenti  la P4 sarebbe un sistema informativo parallelo, creato per ottenere notizie riservate su appalti e nomine, con ogni mezzo: dal dossieraggio clandestino al ricatto, anche attraverso organi costituzionali. Quello degli appalti pilotati è la parte più delicata sulla quale i sostituti procuratori napoletani, stanno lavorando. E’ atavico costume italiano, quello di chiedere favoritismi ma qui c’è qualcosa che va oltre, si volevano  informazioni secretate, raccogliere dati sensibili  sulle alte cariche dello Stato. Informazioni e notizie che poi sarebbero state  utilizzate in modo “illecito” con lo scopo di ottenere “indebiti vantaggi”.

La P4 sarà l’ultimo capitolo di questa squallida storia politica italiana dove si  ipotizza l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla gestione di notizie riservate, appalti e nomine, in un misto, di dossier e ricatti, anche attraverso interferenze su organi costituzionali?  O  come sempre  attendiamo che tutto cambi, perché niente deve cambiare…

Abbiamo un  Governo del Paese che sta attraversando giorni di grandi sconvolgimenti. E’ il Governo dei poteri forti, nazionali e internazionali, che si sta riposizionando. Forte dei suoi 318 voti di maggioranza, dopo le sconfitte elettorali nelle amministrative e nei referendum, il governo prova a sopravvivere alla luce delle inchieste sulla P4 e degli sviluppi di una crisi economica europea, con la Grecia che incombe, una forte disoccupazione, una Lega che detta l’ultimatum al Governo: ministeri al Nord, riforma fiscale e senato federale, mentre Tremonti boccia l’idea della riforma fiscale e rilancia la manovra di rigore di 40 miliardi.  

 Una dimostrazione di quanto resti ingarbugliata la politica italiana. Un gioco delle parti che, per ora, continua a rendere alla perfezione, permettendo alla maggioranza di tirare a campare, e all’opinione pubblica di avere qualcosa di cui disquisire.
L’unico antidoto per evitare che questa nostra Italietta viva un triste epilogo,  in grado di rendere ancora più tempestose le acque che circondano la navigazione della nave governo che assomiglia sempre di più a una zattera, con un’involuzione democratica per cui a banchettare saranno solo i soliti noti, si chiama partecipazione attiva e consapevole. Una partecipazione vigile, di controllo fatta da ognuno di noi, che non consenta più alla classe dirigente di fare il bello e brutto tempo a spese del popolo.

La battaglia che abbiamo cominciato e dobbiamo continuare a  combattere  è tra noi, piccoli Davide, contro i Golia politici!


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