Gli italiani possono stare tranquilli. Il loro presidente della Camera non si è mai sognato di possedere un appartamento in quella specie di Macao europea che risponde al nome di Montecarlo. L'equivoco dipende dal fatto che gli italiani hanno la strana abitudine di chiamare tutto il Principato di Monaco con il nome di uno dei suoi quartieri. In poche parole, identificano il tutto con una parte, forse perché in ciascuno di loro si nasconde un giocatore inveterato che sogna soltanto di sperperare somme favolose in sontuosi casinò fra felpati faites votre jeu e rien ne va plus, circondato di belle donne dalle scollature vertiginose che a ogni vincita gli fanno gli occhi dolci promettendogli tutte le delizie del Kamasutra. Non per niente nei casinò di Montecarlo si vedono soprattutto italiani, seguiti da arabi, americani, indiani, spagnoli, africani. I francesi non ci metterebbero piede nemmeno morti. Io ci vado soltanto per accompagnare gli amici in visita e li porto in un angolo appartato dove ci sono le mangiasoldi a 2 cent. Con un po’ di fortuna si può sentire l’elettrizzante scroscio di 5 euro in 3 chili di monetine.
Il Principato di Monaco si divide in 5 quartieri: Fontvieille, La Condamine, Beausoleil, Montecarlo e Larvotto. La casa di Fini, un miserabile bilocale di 50 m2, si trova al 14 del boulevard Princesse Charlotte a La Condamine, il quartiere situato fra il Rocher (l’immensa roccia sulla quale si trova Monaco-ville, il centro storico) e la collina di Montecarlo. E’ un quartiere commerciale, pieno di negozi, di traffico e di smog. Povero Fini, con tutte le belle residenzedel Principato, che cosa gli è saltato in mente di cacciarsi proprio là? E in 50 miseri m2, oltre a tutto. Io non ci abiterei nemmeno se mi pagassero. Vuoi vedere che il mestiere di presidente della Camera è meno redditizio di quanto potrebbe sembrare? Invece di fare tanto chiasso e perdersi in ridicole polemiche mentre le cose serie restano sul tappeto, gli italiani dovrebbero commuoversi al pensiero che la seconda carica dello Stato non si puo' permettere un sontuoso loft a Montecarlo ma langue in un’angusta topaia di La Condamine, asfissiato dallo smog, tenuto sveglio dal rumore del traffico e consolato solamente dalle dubbie grazie di Elisabetta Tulliani. Poveretto, invece di dargli addosso bisognerebbe fare una colletta umanitaria per regalargli una casa decente. La civiltà di un paese si vede anche da questo.
Dragor
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