Lo sanno tutti. Lo scopo principale del ministro del welfare Maurizio Sacconi era, ed è, quello di distruggere lo Statuto dei lavoratori: troppi leggacci, troppi privilegi per le tute blu, troppo alti i costi per i datori di lavoro che significa poca competitività sul mercato internazionale. Ha iniziato minando la sicurezza sul lavoro, ché tanto se muore un operaio non succede un cazzo ma se la stessa sorte tocca al datore di lavoro è un dramma, e sta finendo con la possibilità di licenziare chiunque e senza preavviso. Uno degli obiettivi è quello della cassa integrazione anche per i dipendenti pubblici, così, se non c’è la possibilità di ricollocare un impiegato, lo Stato può licenziarlo come un Marchionne qualsiasi. Per rendere carta straccia lo Statuto dei lavoratori, il ministro del welfare doveva, parallelamente, disunire il sindacato e quindi, via alle concertazioni e contrattazioni separate. Bonanni e Angeletti hanno detto si, Epifani no e fanculo la “triplice”, cacciatorpediniere colpita e affondata. Il centro studi della Cgia (associazione degli artigiani) di Mestre analizza il mercato del lavoro alla luce dei provvedimenti ipotizzati da Totò e Peppino (e inviati per lettera a Bruxelles), e si accorge che se le nuove regole fossero state applicate dal 2009, la percentuale dei disoccupati italiani sarebbe salita all’11 per cento e non ferma all’8,2. Gianfranco Fini lancia l’allarme e dice che questo provvedimento mette a rischio la coesione sociale. E sapete cosa rispondono dal Pdl e dal ministero del lavoro? Che è tutta colpa del segretario della Cgia di Mestre che, siccome si è candidato alle regionali con il centrosinistra, diffonde dati falsi e tendenziosi. Con il governo Berlusconi, insomma, si è arrivati perfino a dar torto ai numeri, figuriamoci ai peccatori comunisti candidati con le opposizioni. Ribattere colpo su colpo, adoperando anche gli argomenti più sconclusionati, sembra essere diventato lo sport preferito dagli uomini e dalle donne di Silvio e chi ha visto la performance della Gelmini in tivvù se n’è reso conto. La reincarnazione del ministro Giovanni Gentile si è convinta di aver fatto una grande riforma dell’istruzione, le scuole cattoliche infatti ringraziano e portano a casa. Tutto questo si inserisce in un quadro più ampio, che è poi quello di riferimento della politica e dell’economia italiana: l’Europa. La Merkel, che secondo Silvio (prontamente smentito dal portavoce della Cancelliera) gli aveva chiesto scusa per le risate, ha fatto sapere, questa volta attraverso il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, che per l’Italia è finito il tempo dei proclami e dell’eterna campagna elettorale che ne condiziona la vita. Ha detto Schaeuble: “Annunciare e promettere sono gesti che da soli non bastano. Resta da fare molto lavoro, soprattutto da parte dell’Italia. Perché l’Italia ha annunciato, dichiarato, promesso più volte e da tempo di essere disponibile a misure severe e riforme di fondo, e adesso queste promesse devono diventare fatti, nel modo più urgente”. Ma la Germania stia tranquilla. Se le “riforme di fondo” non dovesse farle Berlusconi, provvederà il suo allievo prediletto, quello che milita nel campo avversario solo per una fortuita casualità (che poi è un caso al quadrato). Matteo Renzi, il più giovane dei giovani politici in circolazione, il più berluschino dei ragazzi prodigio del centrosinistra, è sulla buona strada. Favorevole alle privatizzazioni dell’acqua, della luce del sole, dell’aria, delle scuole, del Battistero e del Duomo di Firenze, nonché dei giardini di Boboli e di Palazzo Pitti, il piccolo Matteo, dopo il tour familiare ad Arcore, ha deciso che sarà lui il “liberal di sinistra” fautore del cambiamento italiano tutto proiettato verso il mercato previa rottamazione delle anticaglie. È l’uomo del centrosinistra più amato dal centrodestra per cui, conoscendo lo spessore politico e culturale di questo centrodestra ci viene da chiederci che cazzo ci fa Renzi a sinistra. Ma è solo un gioco. Invece di tenere stretto il joystick della Playstation, Renzi vorrebbe tenere stretto il destino dell’Italia come se fosse un videogame. Stanco dei trenini Rivarossi, Matteino (Matty per i compagni di scuola), si è inventato un nuovo gioco che ha chiamato “Ammazzalivecchi”. Solo che lui non lo fa con la macchina falciandoli sulle strisce pedonali, ma azionando il Big Bang. Povera Firenze, culla del Rinascimento e della dinastia dei Medici, gli doveva toccare in sorte quello che la politica preferisce farla a Eurodisney e a Mirablandia piuttosto che a Montecitorio. Cambiano i tempi, cambiano i politici, cambiano gli statisti ma il peggio tocca sempre a noi. Porca puttana (puttane a parte, ovviamente).
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Fini teme un nuovo autunno caldo. E Matty Renzi gioca a “Ammazzalivecchi”
Creato il 30 ottobre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Lo sanno tutti. Lo scopo principale del ministro del welfare Maurizio Sacconi era, ed è, quello di distruggere lo Statuto dei lavoratori: troppi leggacci, troppi privilegi per le tute blu, troppo alti i costi per i datori di lavoro che significa poca competitività sul mercato internazionale. Ha iniziato minando la sicurezza sul lavoro, ché tanto se muore un operaio non succede un cazzo ma se la stessa sorte tocca al datore di lavoro è un dramma, e sta finendo con la possibilità di licenziare chiunque e senza preavviso. Uno degli obiettivi è quello della cassa integrazione anche per i dipendenti pubblici, così, se non c’è la possibilità di ricollocare un impiegato, lo Stato può licenziarlo come un Marchionne qualsiasi. Per rendere carta straccia lo Statuto dei lavoratori, il ministro del welfare doveva, parallelamente, disunire il sindacato e quindi, via alle concertazioni e contrattazioni separate. Bonanni e Angeletti hanno detto si, Epifani no e fanculo la “triplice”, cacciatorpediniere colpita e affondata. Il centro studi della Cgia (associazione degli artigiani) di Mestre analizza il mercato del lavoro alla luce dei provvedimenti ipotizzati da Totò e Peppino (e inviati per lettera a Bruxelles), e si accorge che se le nuove regole fossero state applicate dal 2009, la percentuale dei disoccupati italiani sarebbe salita all’11 per cento e non ferma all’8,2. Gianfranco Fini lancia l’allarme e dice che questo provvedimento mette a rischio la coesione sociale. E sapete cosa rispondono dal Pdl e dal ministero del lavoro? Che è tutta colpa del segretario della Cgia di Mestre che, siccome si è candidato alle regionali con il centrosinistra, diffonde dati falsi e tendenziosi. Con il governo Berlusconi, insomma, si è arrivati perfino a dar torto ai numeri, figuriamoci ai peccatori comunisti candidati con le opposizioni. Ribattere colpo su colpo, adoperando anche gli argomenti più sconclusionati, sembra essere diventato lo sport preferito dagli uomini e dalle donne di Silvio e chi ha visto la performance della Gelmini in tivvù se n’è reso conto. La reincarnazione del ministro Giovanni Gentile si è convinta di aver fatto una grande riforma dell’istruzione, le scuole cattoliche infatti ringraziano e portano a casa. Tutto questo si inserisce in un quadro più ampio, che è poi quello di riferimento della politica e dell’economia italiana: l’Europa. La Merkel, che secondo Silvio (prontamente smentito dal portavoce della Cancelliera) gli aveva chiesto scusa per le risate, ha fatto sapere, questa volta attraverso il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, che per l’Italia è finito il tempo dei proclami e dell’eterna campagna elettorale che ne condiziona la vita. Ha detto Schaeuble: “Annunciare e promettere sono gesti che da soli non bastano. Resta da fare molto lavoro, soprattutto da parte dell’Italia. Perché l’Italia ha annunciato, dichiarato, promesso più volte e da tempo di essere disponibile a misure severe e riforme di fondo, e adesso queste promesse devono diventare fatti, nel modo più urgente”. Ma la Germania stia tranquilla. Se le “riforme di fondo” non dovesse farle Berlusconi, provvederà il suo allievo prediletto, quello che milita nel campo avversario solo per una fortuita casualità (che poi è un caso al quadrato). Matteo Renzi, il più giovane dei giovani politici in circolazione, il più berluschino dei ragazzi prodigio del centrosinistra, è sulla buona strada. Favorevole alle privatizzazioni dell’acqua, della luce del sole, dell’aria, delle scuole, del Battistero e del Duomo di Firenze, nonché dei giardini di Boboli e di Palazzo Pitti, il piccolo Matteo, dopo il tour familiare ad Arcore, ha deciso che sarà lui il “liberal di sinistra” fautore del cambiamento italiano tutto proiettato verso il mercato previa rottamazione delle anticaglie. È l’uomo del centrosinistra più amato dal centrodestra per cui, conoscendo lo spessore politico e culturale di questo centrodestra ci viene da chiederci che cazzo ci fa Renzi a sinistra. Ma è solo un gioco. Invece di tenere stretto il joystick della Playstation, Renzi vorrebbe tenere stretto il destino dell’Italia come se fosse un videogame. Stanco dei trenini Rivarossi, Matteino (Matty per i compagni di scuola), si è inventato un nuovo gioco che ha chiamato “Ammazzalivecchi”. Solo che lui non lo fa con la macchina falciandoli sulle strisce pedonali, ma azionando il Big Bang. Povera Firenze, culla del Rinascimento e della dinastia dei Medici, gli doveva toccare in sorte quello che la politica preferisce farla a Eurodisney e a Mirablandia piuttosto che a Montecitorio. Cambiano i tempi, cambiano i politici, cambiano gli statisti ma il peggio tocca sempre a noi. Porca puttana (puttane a parte, ovviamente).
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