La Cgil non intende ancora pronunciare le due parole che oggi a Bologna 30.000 persone avrebbero già voluto sentire urlare a gran voce da Susanna Camusso: sciopero generale. E invece la segretaria del più grande sindacato italiano non se l’è sentita e la piazza non ha esitato a manifestarle la propria disapprovazione: le “tute blu” hanno sonoramente fischiato l’inizio di quella che sembra la prima vera partita tra la Fiom e la Cgil. La stessa partita che la Camusso non è ancora pronta a giocare proclamando due giorni di sciopero generale contro Marchionne.
Eppure oggi, in piazza Maggiore a Bologna, lo sciopero è stato invocato dai suoi dirigenti, lo hanno chiesto gli striscioni nel corteo, lo ha chiesto la piazza, lo ha chiesto il segretario della Fiom Maurizio Landini concludendo il suo intervento che ha preceduto quello della leader Cgil. Ma Camusso non ne ha fatto cenno. Ha parlato della mobilitazione che la Cgil vuol fare su “democrazia e dignità”. E poi è sfuggita alle domande dei cronisti che volevano dicesse quello che, dal suo discorso, era emerso in maniera chiara: la Cgil non ha intenzione, almeno per ora, di coinvolgere i suoi iscritti in uno sciopero generale anti-Marchionne. Insomma pur condividendo, nella sostanza, le posizioni della Fiom, non la seguirà nella richiesta di generalizzare la protesta.
Landini, dal canto suo, ha provato a spiegare alla Cgil che il ‘modello-Marchionne’ è un problema che riguarda tutti: “Se passa l’idea che l’accordo Fiat di Mirafiori è un modello, questo mette a rischio tutti i lavoratori, sia pubblici, sia privati”. E non ha poi lasciato spazio alle interpretazioni sul tema di giornata: “Credo sia il momento di dire con chiarezza che tutta la Cgil metta in campo lo sciopero generale in tutto il paese, per sconfiggere Confindustria e cambiare governo in questo Paese”.
E così, poco prima che la segretaria della Cgil prendesse la parola, la piazza già scandiva “Sciopero generale, Sciopero generale”. Dopo 20 minuti del suo discorso, quando la Camusso non sembrava avere ormai più voglia di unirsi al coro, sono arrivati i fischi. La numero uno della Cgil ha però difeso il contratto nazionale, rispondendo alle critiche di Sacconi che aveva accusato la Fiom di aver promosso uno sciopero politico, privo di obiettivi concreti. E ha anche criticato Berlusconi: “Sacconi – ha detto la Camusso – pensa davvero che gli investimenti vengano o vadano per il voto dei lavoratori, o non piuttosto sulla base dell’immagine che dà all’estero il presidente del Consiglio e della quale ci vergogniamo? Quanti investimenti il presidente del Consiglio fa perdere al nostro Paese?”.
Dopo l’Emilia-Romagna lo sciopero, di otto ore, si estenderà domani al resto d’Italia. Le manifestazioni, in particolare, si svolgeranno laddove ci sono stabilimenti del gruppo Fiat (Torino, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese, Melfi e Lanciano) e di aziende in cui sono in corso lotte per difendere i posti di lavoro.
A Bari il corteo dei lavoratori, ai quali molti studenti hanno annunciato di volersi unire, partirà alle 9 da piazza Castello.