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Fiori Feriti: Affari di Famiglia

Creato il 11 novembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il novembre 11, 2011 | TEATRO | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno

Fiori Feriti: Affari di FamigliaUn padre, una figlia. Generazioni a confronto. Un rapporto non semplice su cui si basa “Fiori feriti”, commedia leggera, ma non troppo, visto il complesso e, senza dubbio, attualissimo tema trattato, andata in scena, per la regia di Guido Ferrarini, in anteprima nazionale al Teatro Dehon di Bologna. Enzo, autore televisivo divorziato ed in crisi esistenziale, vive uno strano ménage con Chiara, procace e prorompente truccatrice televisiva, finché nella sua monotona esistenza non arriva, all’improvviso, come un vero ciclone, la figlia Lilly dopo 16 anni in cui era mancato ogni tipo di rapporto. L’incontro, inizialmente burrascoso, causa le inevitabili delusioni e rivendicazioni per il duro passato, si trasforma però ben presto in uno scontro generazionale fatto di dialoghi coloriti, diretti e talvolta sopra le righe. Le frecciatine, le accuse, le allusioni sempre intelligenti si travestono ora di comicità spiccia, ora di umorismo acido e triste, ma sempre con la leggera brillantezza di dialoghi serrati e mai fini a sé stessi. Lilly, con la sua freschezza e con la sua ingenua voglia di vivere, riuscirà pian piano a conquistare il padre mettendolo con le spalle al muro e facendogli assumere le proprie responsabilità prima con sé stesso, poi con tutti quelli che lo circondano. Il burbero e disincantato Enzo si aprirà dunque alla spontaneità gioiosa della figlia, scuotendosi pian piano dal grigio torpore che lo attanaglia per ritrovare gli antichi sogni di gioventù.

Fiori Feriti: Affari di Famiglia

Nello scorrere della vicenda i due caratteri, distanti ed in contrasto, subiranno così una naturale evoluzione fondendosi in una spontanea condivisione di interessi e sentimenti che se da una parte contribuirà a restituire i giusti ruoli ad entrambi, dall’altra gli ridarà anche la piena coscienza di sé nella loro individualità. Siamo pertanto di fronte ad uno spettacolo che, partendo dalla trattazione di un problema reale ed attuale, vuole arrivare, attraverso la disamina morale e sociale degli individui e delle situazioni, ad una soluzione, affidata alla buona volontà ed alla capacità magari anche di prendersi in giro, che dimostri come tutto si possa ricomporre, anche le vicende individuali e sociali più laceranti. Molto bravi e convincenti, nei loro rispettivi ruoli gli attori in scena: Aldo Sassi, il padre, Marcella De Marinis, la figlia e Federica Tabori, Chiara, perfettamente entrati nella psicologia dei rispettivi tipi morali. In conclusione, un lavoro interessante, che non è la classica commedia tutta doppi sensi e risate, ma un lento e doloroso esame di una condizione personale, attualissima, da sempre pregna di problematiche spesso irrisolvibili, che arriva sì al “gradito” happy end, ma lo fa attraverso una sorta di seduta psicanalitica che non lesina passaggi amari e tutt’altro che piacevoli. La regia sempre sobria e puntuale di Guido Ferrarini regala allo spettacolo una solidità e credibilità in linea con le aspettative del pubblico che con gli scroscianti applausi finali ha dimostrato di gradire il lavoro.



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