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FIR-Auckland Blues, il misunderstanding continua

Creato il 13 marzo 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

FIR-Auckland Blues, il misunderstanding continuaL’ultima giravolta sulla vicenda (qui la ricostruzione) la riporta Christian Marchetti dalle pagine del suo Solorugby, intervistando il team manager azzurro Gino Troiani.
Riporto uno stralcio integralmente:

A proposito di Under 20, a proposito di gap, torna allora in auge il discorso relativo alla possibile alleanza Fir-Auckland Blues di cui vi ha parlato per primo Solorugby.org (…). “Prima bisogna considerare i ritorni di una collaborazione esterna come quella con gli Auckland Blues – ha detto Troiani – Se questi sono maggiori delle spese è giusto che la Fir vi investa e, sono certo, farà di tutto per stringere un accordo di questo tipo”. Domanda innocente: anche se la Fir ha già detto no? “Ha detto no per ora, ma la proposta è interessante e ci si può lavorare. Se non quest’anno il prossimo”.

Questo lo stato dell’arte quindi. Ma questa è la versione “romana”, quella neozelandese infatti è un po’ diversa. Ad Auckland infatti da ormai un mese aspettano una risposta definitiva da parte della FIR. Hanno inteso benissimo che l’accordo non si farà, ma aspettano un sì o un no definitivo come generalmente si fa tra persone civili. Risposta che però ancora latita.
Pensare che gli Auckland Blues – assieme a Canterbury la province neozelandese più importante, il cuore della NZRU, la federazione neozelandese – attendano le volontà italiane qualche mese o addirittura per un anno è quasi fantascienza. Auckland, dicono i rumors, si sta già muovendo verso altre direzioni. Se la FIR tra un anno si dovesse ripresentare non troverebbe una porta chiusa, ma qualcuno che risponderebbe un tanto gentile quanto fermo “grazie, ma non ci interessa”. A prescindere, direbbe Totò.
Il lato peggiore della vicenda non è tanto la scelta di approvare o meno il progetto in questione. Le parti fanno le loro valutazioni e poi decidono. Le scelte possono essere più o meno corrette, le ragioni e le criticità di ogni opzione essere più o meno pesate, ma questo rientra nel libero arbitrio, nella libertà e nella capacità di scelta di ognuno.
Il lato peggiore della vicenda sono i modi. Pensare che si possa tenere nell’incertezza una controparte, tanto più se importante, è forse una cosa che si può fare rimanendo indenni se ci si trova tra le Alpi e il Canale di Sicilia. Ma già in Canton Ticino o in Costa Azzurra le cose cambiano. Figuriamoci in Nuova Zelanda. Il prezzo da pagare in tutta questa vicenda non è un accordo saltato o meno, ma la perdita di credibilità. E in questo caso per quella temo sia  già troppo tardi.


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