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Fire in the blood

Creato il 08 ottobre 2013 da Webnewsman @lenews1
Fire in the blood

E' sorprendente quanto sia facile restare ignoranti a situazioni difficili eppure così vicine al nostro quieto vivere, decidendo di non ascoltare e di non informarsi.

La volontà di assistere alla proiezione di un documentario, invece, accessibile mezzo di informazione efficace ed alternativa,  può sbatterti in faccia verità scomode e tristi in soli 84 minuti.

Fire in the blood” tratta dell’uso delle leggi sul brevetto da parte di governi occidentali e case farmaceutiche perché mantengano profitti sempre più alti a spese di vite umane nei paesi del terzo mondo e  in via di sviluppo. Vuole essere inoltre un appello all’accesso universale a medicinali salvavita generici ( farmaco generico: identico in composizione e meccanismo d’azione alla specialità medicinale ma a prezzo dimezzato, in quanto la scadenza del brevetto sulla specialità medicinale rende la ricetta nota universalmente- ndC).

Il documentario affronta la piaga dell’AIDS nei paesi africani, ma il meccanismo scaturito da questa filosofia del potere potrebbe applicarsi a qualunque status politico, economico e sociale.

20 anni fa come ora, lo scenario è sempre lo stesso. La differenza sta in una maggiore disinformazione e un generale disinteresse a tali argomenti, ora molto più che allora.

Girato in 4 continenti e con il contributo di personaggi di fama mondiale come Bill Clinton, Desmond Tutu e Joseph Stiglitz, “Fire in the blood” è la storia vera mai narrata prima di una coalizione volta a fermare “ il crimine del secolo” attuato dalle grandi Pharma di fama mondiale con lo scopo di salvare milioni di vite.

Nonostante drammatici traguardi ottenuti in passato, la lotta per il libero accesso ai farmaci salvavita è solo all’inizio.

C’è ancora un  divario enorme  tra chi trova espedienti meschini, seppur legali, per la crescita esponenziale del proprio profitto e chi lotta per la salvezza di una vita, con l’attivismo politico così come con la propria pelle.

E’ proprio vero che “ i farmaci sono laddove non c’è la malattia” e viceversa, volendo citare una frase  del Dr. Peter Mugyenyi, medico ugandese tra i maggiori contribuenti alla lotta al crimine del secolo, e uno dei protagonisti del film.

Sul finale arriva uno spunto di riflessione sullo stesso mondo occidentale che  sta perdendo il controllo sul mostro che ha creato. Anche l'Europa meridionale, seppur parte integrante del mondo industrializzato,  potrebbe non avere più possibilità di riferirsi all'uso del farmaco generico per la cura delle malattie. Questo  a causa dei giochi di potere delle lobby farmaceutiche e della loro influenza in materia legislativa, complice la grande crisi economica che tuttora attanaglia quell’area.

Un film che provoca rabbia. Commovente, denso di contenuti.  Fire in the Blood, 84 minuti, del regista Dylan Mohan Gray. Presentato da Mondovisioni durante Festival di Internazionale di Ferrara ( 4-6 Ottobre 2013). I documentari scelti e presentati da Mondovisione saranno in tour in molte città italiane da oggi alla primavera 2014. Per maggiori informazioni: http://www.internazionale.it/festival/documentari/

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