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Firenze come Napoli? Magari!

Creato il 17 ottobre 2011 da Firenze5stelle @firenze5stelle

 

 

Riceviamo dal Coordinamento dei Comitati della Piana Firenze Prato Pistoia e dal Coordinamento ATO Toscana Centro

A casa nostra, il giovane rottamatore Renzi, i vari sindaci della Piana e gli amministratori provinciali e regionali, tutti integerrimi inceneritoristi, nell’ostinato intento di convincerci della necessità di bruciare i rifiuti, per anni hanno agitato lo spettro dell’emergenza e il rischio per la civile Toscana di finire come Napoli.

Adesso ci viene spontaneo dire: “Firenze come Napoli? Magari!”

Il Comune di Napoli è il comune più grande d’Europa ad aderire alla rete Rifiuti Zero”.

Con una specifica delibera del 29 settembre il Comune di Napoli ha aderito al ‘Protocollo Rifiuti Zero’ che prevede, appunto, di raggiungere l’obiettivo di eliminare completamente la produzione di rifiuti entro il 2020.

A casa nostra, il giovane rottamatore Renzi, i vari sindaci della Piana e gli amministratori provinciali e regionali, tutti integerrimi inceneritoristi, nell’ostinato intento di convincerci della necessità di bruciare i rifiuti, per anni hanno agitato lo spettro dell’emergenza e il rischio per la civile Toscana di finire come Napoli.

Adesso ci viene spontaneo dire: “Firenze come Napoli? Magari!”

Aderire alla rete Rifiuti Zero, infatti, passare dal cassonetto al porta a porta, incentivare il riuso e il riciclo, creare Osservatori, investire sull’educazione al consumo consapevole, è quello che i cittadini hanno il diritto di aspettarsi da amministratori coraggiosi, cha hanno voglia di scommettere su un futuro che sia davvero migliore, con la partecipazione di tutti.

Per inciso, a Napoli si è deciso di partire dal quartiere di Scampia.

In Toscana, invece, e in particolare a Firenze, la patria del Genio, grazie a chi ci governa e all’incompetenza dei gestori dei servizi per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, siamo ben al di sotto dei limiti previsti dalla legge regionale in materia di riduzione (15 % al 2010) e di raccolta differenziata (55% al 2010), non esiste una politica seria per il riutilizzo del, poco, materiale differenziato, il ricorso alla discarica è ancora massiccio e costoso in termini economici e ambientali. A tutto questo si pensa di far fronte ricorrendo all’incenerimento: un metodo vecchio, ormai dichiaratamente dannoso per la salute e l’ambiente, antieconomico e, come anche le discariche, a rischio di infiltrazioni mafiose.

La decisione di proseguire l’iter per la realizzazione degli inceneritori è, tra l’altro, una evidente violazione della volontà referendaria che anche nei comuni della Piana e dell’ATO in generale, si è  espressa massicciamente per la riappropriazione dei beni comuni.

Siamo sicuri che i cittadini di Napoli vinceranno la loro scommessa, così come è successo a quelli di molte altre grandi città in Italia e nel mondo.

Se da noi invece vincerà la scellerata politica di costruire o ampliare gli inceneritori previsti a Case Passerini, Selvapiana, Montale, Greve, non ci resterà che guardare con invidia chi sarà riuscito a far diventare opportunità di sviluppo e di crescita ciò che noi stupidamente bruciamo, insieme alla nostra salute e al futuro dei nostri figli.

Tutto questo perché ai nostri amministratori, così intraprendenti, aperti al nuovo, concreti nella loro politica del fare, manca il coraggio di fare l’unica cosa che ci si aspetterebbe da loro: mettersi dalla parte dei cittadini, e con loro e per loro operare scelte sicuramente impegnative, ma di buon senso.

fonte

 

Firenze come Napoli? Magari!

 


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