Quello di Mario Dini, non sembra essere il classico "caso isolato".
La procura di Firenze, infatti, indaga su un altro caso di presunta corruzione fra medici che, pur emergendo come vicenda distinta, spunta proprio dall'inchiesta che nei giorni scorsi ha portato all'arresto di Mario Dini, il chirurgo plastico accusato di corruzione, peculato, concussione, falso ideologico e abuso d'ufficio.
Un'intercettazione telefonica ha convinto gli inquirenti a far scattare perquisizioni negli studi personali di due chirurghi maxillo-facciali, entrambi domiciliati a Firenze e indagati per corruzione. Nella conversazione intercettata uno dei due chirurghi avrebbe affermato di aver beneficiato dell'accesso alla Scuola di specializzazione di chirurgia maxillo-facciale di Parma per un «posto aggiuntivo» nell'anno accademico 2008-2009 grazie all'altro chirurgo, che lavora presso l'ospedale di Careggi.
Secondo gli inquirenti tra i due chirurghi maxillo-facciali ci sarebbe collusione. In particolare, il professionista più esperto, professore a contratto all'università di Ferrara, aggregata a quella di Parma nel 2008-2009, avrebbe aiutato il collega più giovane ad accedere alla scuola di specializzazione.
Le perquisizioni sono state fatte negli studi dei due medici e anche all'ospedale di Careggi. Sequestrati documenti, corrispondenza, lettere e-mail inerenti all'aggiudicazione del 'posto aggiuntivò alla scuola di Parma, mediante un finanziamento, ritenuto illecito, cui avrebbe contribuito un'azienda privata.
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