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Fogli multicolori

Creato il 15 aprile 2013 da Libereditor

Non sempre i casi della vita sono forieri di disgrazie, ma non ci sentiremmo a ogni modo di affrontare una théologie du malheur, men che mai lasciando Simone Weil per Offenbach. Il professor Pio Dallapiccola, suddito austro-ungarico, insegnava latino e greco presso il Liceo di lingua italiana in Pisino d’Istria, di cui divenne poi preside. Ma il tollerantissimo governo pensò, attorno al 1916, di chiudere baracca e burattini, convinto (probabilmente non a torto) che fosse quello un covo di irredentisti, come si diceva allora: e in realtà le vicende avrebbero mantenuto tali sospetti: cittadina dell’Impero, passata all’Italia, poi alla Croazia, e forse ancora irrequieta. Risultato spiacevole per il probo docente; non altrettanto, diremmo, per il figlio Luigi che, con l’esilio a Innsbruck, ci guadagnò parecchio. Il cambio di un paesetto istriano con la bella città consentì al ragazzo (dodicenne) di avere insegnanti migliori, e di frequentare un rispettabile teatro d’opera, ove, in tre anni, vide rappresentare Mozart e Verdi, Wagner e Puccini: sorte ammirevole, dunque, per il futuro compositore, anche se di quei sommi non doveva, diciamolo subito, ereditare granché. Imparò certo a conoscerli, e ad adorarli; ma, come si diceva, rima,leva la distanza, proprio sul piano teatrale (si pensi solo alla «parola scenica») invalicabile affatto.

fogli multicoloriFogli multicolori raccoglie una vasta scelta di articoli usciti in questi ultimi anni per Il Foglio. Mario Bortolotto, prima che un musicologo con un gusto colto e raffinato, è soprattutto un musicista che ama la bellezza e la ricercatezza, ma non superficialmente. Un connaisseur che impara tutto riguardo una cosa per il gusto di averne la conoscenza.
Il suo orecchio assoluto si sofferma di volta in volta su artisti che riescono a trasmettere ed esprimere la loro forte personalità come Schoenberg, Strauss, Schumann, Stockhausen, Mahler, Debussy, Monteverdi, Strawinsky, Bartók, Janáček, Ives o Ligeti.
È un viaggio serpentino, zigzagante, morbido e aggraziato che si rappresenta piano piano grazie a connessioni, relazioni, legami e nessi logici coinvolgenti, emozionanti. Nulla sfugge allo sguardo lucido e brillante di Bortolotto. Mentre scrive tutto diventa presente, tutto è foltissimo di sentimenti, di immagini e di suoni. Tutto è pieno di respiro e leggerezza, con scorci e illuminazioni improvvise e folgoranti.

Mario Bortolotto, Fogli multicolori, Saggi. Nuova serie, Adelphi, 2013.


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