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Folklore e "colore" tipicamente romano: la cassetta di frutta che tiene aperto il cassonetto per l'intrepido eploratore in cerca di fortuna

Creato il 06 febbraio 2013 da Riprendiamociroma

Nel mondo civile i cassonetti sono considerati poco più che unresiduato bellico, o, in alternativa, una usanza italica per esporre la monnezza (con odori nauseabondi annessi) alla vista e al "naso" dei passanti. Chissà quanti milioni spendiamo per rinnovare ogni tot anni tutto il parco di cassonetti. Cassonetti che poi, puntualmente vengono sconocchiati, sfasciati, devastati dagli sbandati in cerca di fortuna. I più miti si limitano ad apporre una cassetta di frutta o altro in un angolo per far si che essi rimangano aperti mentre un intrepido (spesso un bambino) ci ficca la capoccia dentro in cerca di fortuna. Scenari da giungla che solo in una città di bestie come Roma potevamo ancora vedere nel 2013.
I cassonetti furono introdotti per motivi igienici, perché il monnezzaro che passava per le case a ritirarte la monnezza impuzzoliva gli ascensori e i pianerottoli. Così abbiamo fu deciso di introdurre questi pachidermici, volgarissimo, osceni monumenti all'italica idiozia. Nel mondo civile sono già spariti da tempo, qui da noi li hanno appena rinnovati tutti. E dunque prendeteli per quello che sono, folklore, colore italico, e romano prima di tutto.

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