Torna per anche nel 2013 la rassegna Follie Notturne che anima le notti del Future Film Festival; e mai motto festivaliero fu più azzeccato se non tweet the moster. La vetrina bolognese dei film di genere horror e splatter, sempre molto apprezzata dal pubblico, confermando anche quest’anno una grandissima affluenza, torna per il quindicesimo anno con tre titoli iinteressanti.
DEAD SUSHI: non poteva mancare uno splatter made in Japan ed ecco qui l’ultimo film di Noboru Iguchi che firma una nuova storia, folle e sanguinaria come sempre. Il regista di
The machine girl e
Zombie Ass – Toilet of the dead (presentato nella stessa rassegna nel 2012) è tornato alla riscossa ispirato dal successo di
Piranha 3D e dall’idea del cibo assassino di
Attack of the killer tomatoes del 1978. Keiko (Rina Takeda) è la figlia di un grande cuoco sushi. Cresciuta tra pesce crudo e arti marziali, Keiko non riesce a mettere in pratica i preziosi insegnamenti paterni sulla delicata arte del sushi. Umiliata dal padre esigente fugge via da casa e trova lavoro come cameriera in un albergo in cui arriva il boss di un’azienda farmaceutica insieme ai suoi pupilli. Presto, però, un ex ricercatore dell’azienda caduto in rovina arriva all’hotel con l’intenzione di vendicarsi del boss rianimando un calamaro morto che diventerà uno spietato assassino. Da qui a poco un esercito di sushi volante invade l’albergo seminando morte e distruzione. Uno splatter ittico, o food splatter come dir si voglia, che vince nell’esasperazione della sua vena demenziale offrendo momenti ilari che surcalssano, se non cancellano, le scene splatter. Infatti, nonostante il buon make up di Yoshihiro Nishimura, il
Tom Savini del Giappone, e la CGI ben dosata, le scene splatter mancano di appeal. Il motivo potrebbe risiedere nell’interazione tra i sushini assassini e le povere vittime, queste ultime fisicamente troppo grandi e troppo impotenti nei confronti del cibo assassino. In effetti un uramaki assassino non sembra poi così forte da non potersi divincolare da essp… Davvero un peccato, perché un’idea così delirante, soprattutto nell’era d’oro dei sushi restaurant, poteva essere trattata con maggiore cura. Consigliato solo contro il fancazzismo.
GYO: TOKYO FISH ATTACK:
Proveniente dall’emergente disegnatore e regista di film d’animazione giapponesi Takayuki Hirao, arriva al FFF una nuova puntata di Follie Notturne, caratterizzata dal trash più grezzo dei peggiori Shark Attack e Mega Shark Versus Giant Octopus in versione cartoon. Tre ragazze si dedicano ad una vacanza in vista della laurea universitaria. Tra sole e mare però si nascondono insidie: un lezzo vomitevole e giallastro impregna le pareti della casa in cui le studentesse devono pernottare. A breve esse verranno a conoscenza di esseri mostruosi a metà tra pesci e aracnidi, che invaderanno il suolo giapponese preparandolo all’apocalisse.
Grottesco e rigurgitante, proprio come l’alone misterioso protagonista del film, Gyo: Tokio Fish Attack si configura come una delle più pagliaccesche pellicole d’animazione degli ultimi anni; l’horror d’animazione ha già di per sé poco realismo, ma qui assume le tinte di un hentai-rape demenziale, completamente inutile e poco gradevole. La spiacevole (per lo spettatore) parabola della protagonista Kaori e del fidanzato Tadashi, conduce ad un finale nullo, del quale ci si dimentica appena usciti di sala. Consigliato solo agli amanti dei “tantacle rape”.COCKNEYS Vs. ZOMBIE: nuovo film made in UK che s’inserisce nella tendenza del momento, la zombie mania. Un film di Matthias Hoene che si accoda in quella tipologia di film alla
Shawn of the dead, a metà tra ironia e rispetto per i canoni del genere, anche se qui la parola d’ordine è esagerare. Mentre un gruppo di cockneys (termine inglese che si riferisce alla classe proletaria di Londra, in particolare della zona Est) Andy, Kerry e Katy Mc Guire, tre cugini, organizzano una rapina in banca per salvare dalla demolizione la casa di riposo del nonno, Londra viene investita da una tremenda epidemia zombie. Riuscià il gruppetto di scapestrati a portare i soldi e “i culi” a casa? Questo film non la va a raccontare in giro: è un film con gli zombie; uno zombie movie 3.0 e pure i protagonisti della storia lo sanno. Sanno che se vieni morso diventi zombie e per farlo morire veramente, ad uno zombie, gli devi sparare in testa. Le battute corrono a raffica come i proiettili delle supermitragliatrici che impungnano i protagnosti. Momenti esilaranti che solo la filmografia inglese sa regalare, gettando così un raggio di sole nella pesantezza generale del genere zombie così in voga al momento (pesantezza anche intesa in senso positivo). Uniche note di demerito: c’è una kitana, basta kitane! - Tarantino ci hai rovinato; gli zombie non erano tutti in parte e le scene di lotta non sono ben orchestrate, oltre al fatto che scarseggiano di particolari gore. Nel complesso possiamo definire
Cockneys vs zombie una perla grezza del trend zombie, con annessa una leggera denuncia sociale che fa da sfondo (i morti che camminano, come la rapina, sono effetti della speculazione edilizia che non tiene conto delle persone oneste, ma solo del profitto) da non perdere per i veri appassionati del genere. Consigliato a chi è assuefatto a
The walking dead.
Dr. Dakota Block & Dr. Hannibal Lecter