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Fondi comuni, quante spese. Commissioni di switch, alla banca depositaria, diritti fissi e altri costi e spese. (Quinta parte di sei)

Da Mrinvest

Fondi comuni, quante spese. Commissioni di switch, alla banca depositaria, diritti fissi e altri costi e spese. (Quinta parte di sei)“Perchè, anche se guadagno poco o niente, o addirittura perdo, pago lo stesso tante commissioni?”

> Commissioni di switch (passaggio tra fondi). Tutte le società di gestione danno la possibilità al sottoscrittore di trasferire il proprio denaro investito da un fondo ad un altro a condizioni abbastanza favorevoli. Questo passaggio, detto switch, che può avvenire solo nell’ambito dei fondi gestiti dalla stessa società, avviene nello stesso giorno o, al massimo dopo 2-3 giorni, con costi fissi o in percentuale (0,2-0,3%) sugli importi trasferiti.
Lo switch è positivo nel momento in cui si effettua una variazione del proprio portafoglio tenendo conto del mutare dei mercati ed in relazione alle propie esigenze e aspettative. L’operazione diventa negativa quando il sottoscrittore è consigliato dalla banca o dal promotore finanziario a seguito di ordini che arrivano dalla società per motivi strategici. Ma soprattuto quando gli switch

sono tanti e ravvicinati nel tempo, perchè potrebbe nascere il sospetto che non tutto sia regolare, che le operazioni siano consigliate per tornaconto personale, per cui tale comportamento potrebbe essere perseguibile e sanzionato dalla Consob.
> Commissioni alla banca depositaria. Sono le commissioni pagate dal fondo alla banca depositaria per la custodia e l’amministrazione di titoli facenti parte del portafoglio. Ricordiamo che la banca depositaria, oltre a gestire le operazioni di sottoscrizione e rimborso delle quote, svolge anche funzioni di controllo dell’attività della società di gestione in funzione alle norme vigenti e al regolamento dei fondi. Le commissioni sono calcolate in percentuale, fissa o decrescente, sul valore netto del fondo. Si tratta di un costo indiretto, addebitato pro-quota ai partecipanti del fondo.
> Diritti fissi. La Società di gestione, tra le altre spese, preleva anche un diritto fisso per ogni operazione, indipendentemente dall’importo. Queste spese sono applicate su tutte le operazioni di sottoscrizione, disinvestimento e switch. Possono risultare pesanti in caso di importi modesti come, ad esempio, nella sottoscrizione di un pac (piano di accumulo di capitale) con piccole rate di 100 euro mensili, dove il diritto fisso di 2 o 3 euro significa pagare una commissione del 2% o del  3% a rata, in aggiunta alle spese di sottoscrizione.
> Altri costi e spese. Sono i costi della stampa di prospetti e regolamenti, delle spese di pubblicazione sulla stampa degli avvisi previsti dalla normativa, delle spese legali e giudiziali, delle spese di revisione e certificazione dei rendimenti. L’elenco è lungo soprattutto per quanto riguarda le Sicav estere, che prevedono una serie infinita di costi a volte non chiari. Si tratta in molti casi di spese fisse che finiscono per penalizzare i fondi più piccoli, con conseguenze negative sul rendimento dei fondi stessi.

(Segue sesta parte)


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