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Forte 'sta cippa

Creato il 28 febbraio 2011 da Lanterna
Giuro, non ho concepito questo post e il precedente come un dittico. Semplicemente, in questo weekend ho finalmente comprato un libro che corteggiavo da quando è uscito e che non ho mai avuto il coraggio di comprare.
Perché?
Perché sapevo che mi sarei commossa. Così come recentemente ho visto Il labirinto del fauno e mi è quasi venuto un attacco d'asma per il pianto (infatti ho prenotato in biblioteca La spina del diavolo, dello stesso regista e con ambientazione simile, e sto pensando di non guardarlo del tutto).
Ecco, "Mia mamma è in America" non ti fa venire l'asma. Peggio: ti mette addosso una malinconia dolcissima, e contemporaneamente una paura fottuta.
Non tanto la paura di morire, che è presente per me come per qualsiasi altro mortale mediamente sano ed esposto ai generici rischi della nostra società.
Quanto per una cosa che dice il protagonista: "I ricordi della mamma sono scappati via".
Lui ha 6 anni, sua mamma è morta quando sia lui sia suo fratello erano piccoli (ma loro non lo sanno, credono sia in viaggio) e loro non se la ricordano. È la cosa che trovo più crudele.
Non voglio raccontare troppo di questo libro, che merita di essere letto. Sottolineo solo che, anche se c'è una mamma morta sullo sfondo, si sorride molto: il mondo dei bambini viene raccontato in modo sincero e senza abbellimenti, in tutti i suoi aspetti.
Ed è per questo che ieri sera, abbracciando Luca, gli ho detto: dovesse succedermi mai qualcosa di brutto, inventati che sono in tournée con Bregovic.

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