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Forum associazioni familiari: “Vendola ci chieda scusa”

Creato il 11 febbraio 2011 da Lalternativa

“Stia tranquillo Vendola, i festini non appartengono al nostro mondo”: è così che il Forum delle Associazioni Familiari replica, in un comunicato, al presidente della Regione Puglia che ieri sera, nel corso della puntata di Annozero, “evidentemente preso dalla foga e dalla vis polemica, si è abbandonato ad affermazioni che chiamano in causa il Forum, le 50 associazioni che lo compongono e il milione di famiglie che erano in piazza a Roma per il Family Day”.

Vendola, spiega la nota del Forum, “ha testualmente affermato: ‘quelli che hanno organizzato il Family Day e contemporaneamente i festini a base di prostitute e cocaina sono il segno di una classe dirigente malata”. “Ci aspetteremmo da Vendola, che nella sua lunga corsa alla candidatura a Palazzo Chigi è arrivato a dichiarare ai giornali la sua disponibilità a dialogare con tutti ‘e perfino con quelli del Family Day’, una maggiore attenzione alle parole” commenta Francesco Belletti, presidente del Forum.

“Talora veniamo tacciati di moralismo perché siamo contro la prostituzione e la droga – aggiunge – e ora improvvisamente scopriamo di aver avuto, nel 2007, un piede nel Family Day e uno nella più sfrenata mondanità. E’ probabile che il governatore della Puglia si riferisse non al Forum ma al presidente del Consiglio, ma in questo caso l’errore politico è ancora più grossolano: Berlusconi non ha organizzato il Family Day e non ha mai avuto alcuna voce in capitolo, tant’è che la sua è stata allora solo una fugace apparizione. L’appuntamento di piazza San Giovanni è stata tutta farina del sacco delle associazioni familiari e soprattutto delle famiglie arrivate da ogni parte d’Italia per reclamare un’attenzione dovuta alla famiglia. E alle nostre orecchie suona addirittura offensivo sentirci scippati da quella ‘follia’ che ha segnato una nuova stagione di protagonismo civile delle famiglie”. “A questo punto siamo certi che Vendola voglia intervenire per chiarire l’equivoco nel quale è caduto, anche per non condizionare il dialogo che a livello regionale, tra alti e bassi è in atto sulle politiche familiari” conclude Belletti.


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