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Fotografare persone, chiedi il permesso o scatti e fuggi?

Da Angelozinna

Fotografare persone, chiedi il permesso o scatti e fuggi?

Quando mi sono avvicinato alla fotografia per la prima volta, i soggetti che piu` mi attiravano erano senza dubbio le persone. Non modelle, non foto di gruppo, ma scatti di persone comuni impegnate nell’affrontare la vita di tutti i giorni, in luoghi piu` o meno lontani.

Con quelle immagini i vari fotografi riuscivano a raccontarmi una storia, a catturare in una frazione di secondo una cultura, una vita, una giornata diversa, o anche uguale a volte, alla mia, durante un momento che spesso si lascia scorrere, che poco rappresenta per il soggetto stesso.

Quando mi sono trovato una macchina tra le mani, quindi, sono partito con le migliori intenzioni, sperando di tornare a casa con una collezione di ritratti composta da centinaia di faccie diverse, dai neonati che ancora non si rendono conto di cosa sta succedendo, fino agli anziani a cui ormai non interessa piu`. Al momento dello scatto pero`, mi sono trovato in difficolta`. Come si fa una bella foto ad una persona? Si chiede? E se non vuole? Si fa di nascosto? E se ti vede? E se si offende?

Ad oggi mi sono reso conto che la realta` non e` sempre cosi` semplice, non esiste una risposta unica, ed a seconda di dove ci si trova e di chi si sceglie e` bene pensare due volte alla scelta da fare.

Chiedere permesso sarebbe l’opzione piu` logica, in particolar modo se le foto che si scattano verranno in futuro utilizzate per scopi commerciali o se saranno in qualche modo rese pubbliche, per rispetto della persona e spesso per motivi legali e` quindi necessaria un’autorizzazione da chi e` ripreso. Detto questo, io non mai chiesto il permesso a nessuno. Perche`?

Chiedere ad una persona il permesso di scattare una foto, significa chiedere di mettersi in posa, e con la posa si perde la naturalezza. Essere alla ricerca di espressioni, movimenti o azioni spontanee, purtroppo, vuol dire dover fotografare persone inconsapevoli per non rischiare di compromettere lo scatto.

Nella fotografia di viaggio inoltre capita spesso di ricercare soggetti particolari, visi esotici, etnie diverse, abiti tradizionali e quant’altro sia necessario per portare a casa le immagini piu` suggestive. Nella mia esperienza, sopratutto in Asia, mi sono accorto che spesso non ci si rende conto di quanto si possa essere fastidiosi nei confronti dei locali. La tratta turistica del sud-est asiatico, ad esempio, e` una delle piu` battute nel mondo, e girando tra mercati o intorno alle principali attrazioni non c’e` da sorprendersi nel trovare la compagnia di altre decine di fotografi alla ricerca dello scatto perfetto. Dalla parte degli abitanti del luogo questo e` quello che succede ogni giorno, portando le persone ad accettarlo, arrabbiarsi oppure farne un business. Anche qui quindi la scelta non e` la piu` semplice. Parlare con la gente, spiegare cosa si stia facendo, da dove si viene, perche` avete scelto questa persona in particolare come vostro soggetto, portera` ad un rapporto piu` amichevole, che rendera` le persone piu` propense a farsi riprendere, differenziandovi dall’orda di turisti che ogni giorno arrivano, scattano e spariscono, anche se rimane il fatto che la naturalezza puo` essere persa. Esistono poi quelli che cercano di trarre vantaggio della situazione, trovarsi di fronte a donne vestite in abiti tradizionali in giro per le strade piu` affollate e` spesso non la scoperta di una grande occasione, ma un tentativo, da parte loro, di guadagnare qualcosa chiedendo soldi a chi scatta una foto, come una modella su commissione.

In conclusione credo si debba sempre andare d’istinto, tentando di capire come sia meglio approcciare chiunque si decida di fotografare, facendo attenzione quando necessario e senza essere troppo timidi quando c’e` da dare spiegazioni.

Tu chiedi o scatti e fuggi?



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