Stamattina, in banca, ero in coda dietro a una signora, pensionata, accompagnata dal nipotino, dieci anni e capelli neri. Quando è toccato a lei sembrava che tutto filasse liscio. Le servivano cinquecento euro, e la pensione arriva domani. “Me ne dia quattrocento, cento li lasciamo su”. Non so come funzionano queste cose, ma sembrava tutto normale, tutto già visto, di routine. All’improvviso, fermi tutti. L’operazione non si può fare. “Non si può più”, dicono alla signora, che risponde con “Ma come, nemmeno cento euro? Me li dia cento euro”. Non si può, non si può più, “Non può andare sotto nemmeno di un euro”. “Mi viene da piangere”, è la risposta. E infatti, puntuali, le lacrime arrivano. Con il nipotino, di fianco, che dice qualcosa, sorprendendo l’impiegata. Non so come, non so come funzionano queste cose – ancora -, ma alla fine cento euro riescono ad anticiparli.
Tocca a me. Ho cento euro, in tasca, neanche a farlo apposta. Devo versarli all’Università.
Tornato a casa, ho letto Rizzo e Stella, sul Corriere di oggi:
E diciamo che sale una certa rabbia.