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Fotografia di Viaggio: l’Importanza della Composizione

Da Angelozinna

Fotografia di Viaggio: l’Importanza della Composizione

Riuscire a tirare fuori una bella immagine durante un viaggio non è sempre questione di capacità tecnica o di trovare il soggetto perfetto e mentre i più appassionati si prendono il tempo di aspettare la luce adatta e trovare l’angolazione giusta, per la maggior parte di noi una bella foto in viaggio è questione di saper cogliere l’attimo. Spesso non c’è una seconda possibilità, spesso le condizioni non sono ideali e spesso non si è nella situazione giusta per sventolare una macchina da centinaia di euro. Questo trovo sia la belleza della fotografia di viaggio, il saper raccogliere i momenti giusti senza poterli prevedere, riuscire a mappare un luogo o un’esperienza in modo istintivo e creare un lavoro originale che non sarà mai riproducibile perché creato appunto dall’incrociarsi di un numero troppo grande di fattori casuali.

Il fatto che si tratti di un’arte basata sulla capacità di sapersi muovere in pochi secondi non significa però che non debba avere alle spalle una preparazione e se c’è una cosa che dipende soltanto da noi, è la composizione. La luce naturale non si controlla, ciò che ci circonderà in una nuova destinazione non è dato sapere, ma come inserire il soggetto all’interno del rettangolo che sarà poi la fotografia è fondamentale perché questa possa diventare qualcosa di più che una foto ricordo.

Le regole della composizione sono poche, semplici e includono in buona misura anche il gusto personale, ma non è su questo che mi voglio soffermare. Conosciamo la regola dei terzi, che sposta il soggetto dal centro alla parte laterale dell’immagine per rendere la foto più interessante, oppure l’importanza di seguire le linee di forza per dare profondità, ma ciò che veramente conta se si vuole ottenere sempre un buono scatto è imparare ad utilizzare tutte queste tecniche contemporaneamente e nell’immediato. Come si fa?

Un buon esercizio per crearsi una struttura da utilizzare ogni volta che ci troviamo a fotografare un soggetto o una situazione ricorrente, è scegliere i venti o trenta scatti migliori dal proprio archivio e poi chiedersi perché effettivamente questi siano migliori. Lasciando da parte il soggetto che senza dubbio da valore alla foto, andiamo a vedere cosa accomuna queste immagini in termini di costruzione e cerchiamo di evidenziare tutte quelle similitudini che troviamo piacevoli. Ad esempio, dove sono posizionati i soggetti? Sono i volti tagliati, ritratti da molto vicino, oppure c’è molta aria? Ci sono oggetti in secondo piano che creano fastidio, oppure sono sfocati creando atmosfera? Ci sono pochi elementi ben distinti oppure situazioni caotiche? Preferiamo le persone cattuate in modo classico, verticalmente, oppure in modo più creativo orizzontalmente?

Queste sono soltanto alcune delle domande da porsi per creare una mappa mentale di quella che è la nostra foto ideale. È ovvio che vi sono sempre eccezioni, ma avere chiaro cosa costituisce una buono foto ai nostri occhi è il più grande aiuto per creare un’immagine ben costruita anche quando non si ha il tempo di pensare. Personalmente ho sviluppato degli schemi che mi permettono di scattare le prime foto ad ogni soggetto senza doverci pensare, sapendo già prima di alzare la macchina quale effetto voglio dare. Pongo sempre il soggetto distante dal centro, ad esempio, e quando possibile tendo a preferire i ritratti molto ravvicinati, tagliando parti della testa. Fotografando persone adulte raramente le catturo per intero, quasi sempre dal busto in su, e quando sono rivolte a destra o sinistra, cerco di lasciare aria in quella direzione. Fotografando cibo invece tendo a farlo dall’alto in linea retta, mentre per bottiglie o bevande cerco di dare profondità con un’apeertura molto bassa. Fotografando edifici, architettura o monumenti cerco di concentrarmi sui dettagli non avendo obiettivi adatti, come finestre, porte o semplicemente mattoni, anche perché spesso è difficile ottenere la giusta esposizione con la luce del cielo che arriva da dietro. In generale ho una preferenza per le foto pulite, mi piace l’idea di tirare fuori immagini quasi pubblicitarie all’interno di una situazione più caotica o non preparata.

Questi sono solo alcuni esempi di quello che è oggi un meccanismo automatico che mi da la sicurezza di ottenere scatti decenti in qualsiasi occasione. Quando poi il tempo avanza, dal secondo scatto in poi, si può sperimentare o continuare la ricerca di questi punti fermi, ma avere uno schema collaudato è il sistema migliore per comporre una foto che siamo sicuri ci piacerà in una questione di attimi.


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