Magazine Diario personale
Ho scelto una pellicola per cui, mi sono ricordata poi, avevo scritto una recensione per un concorso.
Voglio partire dalle parole che avevo scelto quella volta:
"Torna la poesia che Gus Van Sant aveva così abilmente espresso in "Will Hunting" e "Scoprendo Forrester": la pellicola scivola sullo schermo, ma si imprime nel cuore. Una storia d'amore in cui nulla è scontato e melenso. A tratti malinconica, si oppone alla morte ed è, allo stesso tempo, a lei abilmente intrecciata. Enoch (Henry Hopper) partecipa ai funerali di estranei per riempire il vuoto causato dal non aver potuto assistere a quelli dei suoi genitori, Annabel (Mia Wasikowska) è malata. Insieme addomesticano la morte. Avvicinandola, la allontanano: quando alla fine essa arriva, è una morte che non è più tale, è una morte a base di "cheeseburger e milkshake". A modo loro, riescono nell'eroica impresa di beffarla. Note dolci accompagnano le scene e si amalgamano alla scelta della fotografia: tutto è in equilibrio, un utopico equilibrio tra amore e morte, che trova la sua espressione in Hiroshi (Ryo Kase), amico immaginario e fantasma innamorato. Le immagini emozionano: si ammira la dedizione di Enoch e ci si inchina al coraggio di Annabel. Presentato alla 64ª edizione del Festival di Cannes, "L'amore che resta", è uno di quei film che non si sporcherà mai a causa dell'eccessiva notorietà."
Avrei potuto scegliere tra molti altri titoli: vi sono davvero tanti film che mi hanno lasciato qualcosa e che riguardo volentieri. Ho optato per questo perché vorrei che le mie parole inducano, in chi legge, la voglia di vederlo. È una di quelle pellicole che senti il piacere di consigliare. E poi, credo che sia un film adatto a tutti (i maschi non si lascino ingannare dal titolo). Sono stata a pensare un po' per trovarne uno che rispondesse a tutti questi requisiti e che, allo stesso tempo, mi fosse piaciuto davvero. Sebbene la trama sia triste, le immagini donano pace. È (anche) una storia d'amore e forse, basterebbe ciò per giustificare il perché questo film mi faccia sentire bene. Ma va molto oltre. È poesia.
B.
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