Grazie ad un "clima cordiale" maturato in un "confronto cordialmente formale" è stato possibile recepire che, almeno per questa dichiarazione, l'azienda rappresentata da Marchionne non dovrebbe lasciare l'Italia. Condizionale d'obbligo, ovviamente. Stando a fonti attribuite ad Ansa, infatti, i numeri della "Fiat spa" nel mondo sono impressionanti: 155 stabilimenti, 77 centri di ricerca esistenti e (circa) 197mila dipendenti. In mezzo a tutti questi, le cifre "attribuibili" all'Italia sono le seguenti: 46 stabilimenti, 38 enti di ricerca con il 32% (quasi) di dipendenti rispetto al totale. Queste cifre potrebbero (o dovrebbero, a seconda delle sfumature) subire qualche calo grazie alla prosecuzione del rapporto con Chrysler? La risposta a tale domanda sembra purtroppo scontata, in quanto sono sempre maggiori ed evidenti le "difficoltà" che la base produttiva sta incontrando nel lavorare: cassa integrazione, turnazioni e chiusura degli stabilimenti sono (purtroppo) solo alcune delle parole con cui il "settore Italia" si sta confrontando. Nonostante le rassicurazioni rimangono, comunque, le molt(issim)e altre occasioni in cui lo stesso Marchionne aveva ventilato come evitabile la possibilità di rimanere in Italia: dalla delocalizzazione alla fuga, dunque? Quali potrebbero essere, invece, le sue prossime dichiarazioni? Potrebbe forse pretendere ulteriori certezze e/o garanzie per non abbandonare (definitivamente) l'Italia, innescando un (im)pietoso gioco delle parti con lo Stato? Stando ai precedenti non sembra esserci, purtroppo, quasi niente di buono: cosa ne è stato del piano economico e degli investimenti previsti per la tanto decantata "Fabbrica Italia"? Cosa ne sarà di quel meraviglioso piano sintetizzabile attraverso la frase "nasce una nuova fabbrica e appartiene a tutti noi"? Stando ad una pubblicità diffusa nel passato, infatti, lo scopo della decantata "Fabbrica Italia" era stato chiarissimo sin dalla prima campagna propagandistica: "Un cammino da fare tutti insieme per rendere gli italiani di domani orgogliosi...di quelli di oggi". Sentendo poi frasi, magari anche estrapolate dal contesto in malo modo, come "Senza l'Italia la FIAT potrebbe fare di più" quello stesso orgoglio rischia di finire, purtroppo giustamente, sotto la suola delle scarpe degli stessi "italiani di oggi&domani". Guardando invece allo stato della Fiat, invece, si nota un grandissimo stato di salute; guardando ad un'infografica sul numero odierno de L'Unità, infatti, gli utili nella cosiddetta "Era Marchionne" sono stati assolutamente ingenti (dati in milioni di euro, nds):
- 2004: -1579;
- 2005: +1420;
- 2006: +1151;
- 2007: +2054;
- 2008: +1721;
- 2009: -848;
- 2010: +600;
- 2011: +2352;
- 2012: +2250 (previsione obiettivo).
Per saperne di più: "Monti-Marchionne: tensioni sulla cig e sugli investimenti", L'Unità, N.Andriolo, 23-9-2012;
"Fiat Spa nel mondo", "Perdite e utili nell'era Marchionne", L'Unità, 23-9-2012;
"I lavoratori delusi non si attendono niente di buono", L'Unità, M.Tedeschi, 23-9-2012.
"Spot Fiat Fabbrica Italia - 2010" (http://www.youtube.com/watch?v=dX8lPXfEpsc)