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Fra poco passa il Tour II parte (By Scare82)

Creato il 14 luglio 2013 da Simo785

Fra poco passa il Tour II parte (By Scare82)

 

La seconda settimana di Tour prevede le prime grandi montagne della corse con due tappe pirenaiche.

L’ottava tappa, la Castres – Ax 3 Domaines è il primo arrivo in salita della corsa e già da qui si può capire chi non vincerà la centesima edizione del Tour de France. Protagonista indiscusso della tappa è il grande favorito della vigilia, il britannico Froome, già secondo in classifica generale l’anno scorso alle spalle del compagno di squadra e connazionale Wiggins, che riesce a infliggere distacchi superiori al minuto a tutti gli altri uomini di classifica. L’unico che al traguardo arriva sotto la soglia psicologica dei 60 secondi è il compagno di squadra Porte. Terzo lo spagnolo Valverde a 1 minuto e 8 secondi. La tappa è stata vivacizzata da una fuga iniziale, ripresa sulla penultima salita, dove ha provato a partire il giovane colombiano Quintana che paga l’inesperienza della sua giovane età e alla fine arriva al traguardo in nona posizione in un gruppetto di cui fa parte anche Contador con un distacco di 1 minuto e 45 secondi. Cadono irrimediabilmente Cunego e Hesjedal che arrivano al traguardo con ritardi pesanti e irrecuperabili in ottica classifica generale. In classifica comanda Froome con 51 secondi sul compagno di squadra Porte e terzo Valverde a 1 minuto e 25 secondi. Contador è staccato di 1,51 Rodriguez di 2,31, Schleck perde quattro minuti e Evans 4 minuti e 36 secondi.

La nona tappa, la Saint Girons – Bagnères de Bigorre è un altro tappone pirenaico con quattro salite di prima categoria, fra cui il mitico Peyresourde, una di seconda e arrivo in discesa dopo l’ascesa verso i 1564 metri del Hourquette d’Ancizan. In questa tappa gli uomini di classifica lasciano fare, anche se la Movistar di Valverde e Quintana riesce a isolare la Maglia Gialla Froome e lo costringe senza compagni nelle situazioni salienti della tappa. Alla fine vince l’Irlandese Martin, nipote di quel Roche che è riuscito a vincere Giro, Tour e Mondiale nello stesso anno. Gli uomini di classifica hanno pensato soprattutto a non prenderle dopo le “batoste” e le fatiche dei giorni prima. Dicevamo della Maglia Gialla, che corre in modo molto intelligente essendo rimasto praticamente senza compagni di squadra già a metà della tappa. Questa tappa prevede anche la salita del Portet-d’Aspet, colle tristemente famoso per gli appassionati italiani a causa della morte di Casartelli. Martin arriva insieme a Fuglsand, mentre gli uomini di classifica arrivano tutti insieme con un distacco di 20 secondi dal vincitore.

Lunedì 8 Luglio il Tour prevede il primo giorno di riposo, utile a recuperare le energie dopo le due tappe pirenaiche. Le montagne lasciano il posto alle ruote veloci nelle prossime tappe. Il prossimo tappone, che potrà decidere il Tour è previsto nella quindicesima tappa, con l’arrivo in salita del Mont Ventoux.

La decima tappa, la Saint Gildas des Bois – Saint Malo è una pura tappa per velocisti. Il percorso prevede un unico “cavalcavia” di quarta categoria a 50 chilometri dal traguardo. Anche in questa tappa parte la fuga iniziale, ma il gruppo tiene costantemente i battistrada sotto controllo, grazie al lavoro del Team Sky della Maglia Gialla Froome e delle squadre dei velocisti, come la Argos di Kittel, la Lotto di Greipel, la Omega di Cavendish e la Cannondale di Sagan. Ho nominato queste quattro squadre e questi quattro ciclisti non a caso. Infatti sono i quattro sprinter più forti del Tour che fino ad ora si sono divisi gli arrivi in volata. L’ordine d’arrivo è esattamente questo, Kittel, Greipel, Cavendish e Sagan, con Kittel che diventa il primo a vincere due tappe in questa competizione. Brutto gesto di Cavendish a pochi metri dal traguardo. Il Mannese spintona e provoca la caduta di Veelers, uno degli ultimi uomini del treno Argos a servizio di Kittel. Cavendish non appare ne tanto tranquillo ne tanto superiore agli altri, come aveva dimostrato negli ultimi anni di arrivi in volata.

L’undicesima tappa, la Avranches – Moint Saint Michel è una cronometro individuale di 33 chilometri che prevede qualche saliscendi nei primi 16 chilometri e un lungo e costante falsopiano in discesa nei restanti 17. La vittoria finale va allo specialista tedesco Tod Martin, ma il capolavoro di giornata è della Maglia Gialla Chris Froome che arriva secondo al traguardo a soli 12 secondi dal vincitore, dopo essere stato in testa in tutti gli intermedi. Distacchi pesanti per tutti gli altri uomini di classifica. Con questa tappa il Keniota Bianco mette una seria ipoteca sulla vittoria finale del Tour, dopo il secondo posto ottenuto con un ruolo da gregario nell’edizione dell’anno scorso. Valverde, secondo nella generale, arriva al traguardo con due minuti su Froome e ora in classifica ha un distacco di 3 minuti e 25 secondi. Grave episodio avvenuto ai danni di Cavendish. Dopo le polemiche della tappa precedente, dove lo sprinter britannico aveva innescato la caduta di Veelers sul traguardo, alcuni “tifosi” sulle strade lo prendono di mira insultandolo dal primo all’ultimo chilometro, arrivando addirittura a tirargli addosso una sacca piena di urina. Sicuramente quello di Cavendish non è stato un bel gesto, ma comunque si è chiarito con il collega, con la squadra e ha chiesto pubblicamente scusa per l’accaduto.

La dodicesima tappa, la Fougères – Tours è l’ennesima riproposizione di una volata e ennesimo duello fra le ruote veloci del Tour. La tappa non prevede neanche un gran premio della montagna, quindi le squadre dei velocisti tengono chiusa la corsa fin dalle prime battute.  Riesce a partire una fuga a cinque fra cui due nostri alfieri, Mori e Gavazzi, ma il gruppo mantiene il ritardo in un tempo controllabile (massimo vantaggio 9 minuti intorno al cinquantesimo chilometro) fino ad annullare la fuga ai meno dieci dal traguardo. Sul traguardo il podio di giornata è occupato sempre dai soliti noti. Oggi l’ordine è Kittel ormai arrivato alla terza vittoria in questa edizione, Cavendish, battuto di mezza ruota con la giuria che è dovuta ricorrere al fotofinish per decretare il vincitore e terzo Sagan. Greipel quest’oggi è caduto a pochi chilometri dal traguardo e non è riuscito a partecipare alla volata. Ottimo quinto posto del nostro Ferrari. Anche in questa tappa cìè stata una spettacolare caduta, favorita dal forte vento, in cui la peggio l’ha avuta il corridore Boasson Hagen che ha riportato delle fratture ed è incerta la sua partenza nella tappa successiva.

La tredicesima tappa, la Tours – Saint-Amand-Montrond alla partenza poteva sembrare una tappa insignificante, l’ennesimo arrivo in volata e ennesimo duello fra i quattro sempre piazzati. Infatti la tappa prevede un unico cavalcavia di quarta categoria a metà percorso e per il resto solo pianura e falsopiano. Ma in realtà si è trasformata nella tappa forse più bella di queste prime due settimane. Il forte vento trasversale ha infatti quasi da subito accompagnato i corridori per gran parte del percorso dividendo il gruppo in più tronconi. Ordinaria amministrazione direte, ma in realtà sia qualche velocista che qualche uomo di classifica è stato sorpreso dalla situazione. Valverde, fino alla tappa prima secondo in classifica e uno dei pochi che poteva impensierire Froome per la vittoria finale cede in questa tappa quasi 10 minuti, soprattutto a causa della sua squadra che non ha letto bene la tattica di giornata o non è stata in grado di aiutare a dovere il suo capitano attardato da una foratura. Lo stesso Froome perde qualcosa al traguardo, niente di preoccupante dato il grande vantaggio che aveva accumulato nelle tappe precedenti, ma un segnale pericoloso per la sua squadra, la Sky, che spesso non si è dimostrata all’altezza del suo capitano. Ne approfittano Mollema, la grande sorpresa di queste due settimane, e Contador, che scalano posizioni e si ritrovano sul podio rispettivamente a  2 minuti e 28 e a 2 minuti e 45 da Froome. L’attacco della Belkin e della Saxo, aiutate dalla Cannondale di Sagan e dalla Omega di Cavendish desiderose di fare fuori almeno per questa tappa il plurivincitore Kittel si rivela quanto mai efficace. Alla fine la tappa va a Cavendish con Sagan secondo e Mollema terzo, ma va sottolineato che il gruppo che arriva per primo al traguardo in pratica era composto da una quindicina di corridori appartenenti praticamente a quattro squadre. Questo per dire che il ciclismo è si uno sport individuale, una lotta uno contro uno, ma avere una squadra forte e della buona tattica di corsa aiuta sempre.

La quattordicesima tappa, la Saint-Pourcain-Sur-Sioule – Lione può considerarsi una tappa storica per i nostri colori. Infatti Matteo Trentin interrompe il digiuno di vittorie di tappa degli italiani al Tour che durava da ormai 3 anni, l’ultima vittoria prima di questa era di Petacchi nell’edizione del 2010. Trentin fa parte del “treno” di Cavendish, solitamente è il penultimo uomo, cioè quello che inizia l’ultimo chilometro in una tappa con arrivo in volata. La tappa vive di una fuga di 19 corridori che parte subito, ma il gruppo tiene sotto controllo gli attaccanti fino a 90 chilometri dal traguardo quando le squadre che non hanno uomini in fuga esauriscono le energie e nessuno è più interessato a tirare. Infatti le squadre degli uomini di classifica non hanno interesse per gli attaccanti, tutti molto attardati nella generale e la tappa presenta molti saliscendi che non facilitano le cose per gli uomini veloci, che infatti si staccano subito, e quindi le rispettive squadre non fanno niente per far arrivare il gruppo compatto. Poi il giorno successivo è previsto il primo tappone alpino con arrivo in salita, quindi molti preferiscono riposarsi. Dicevano la fuga. Per quasi 100 chilometri il vantaggio si mantiene nell’ordine dei due minuti con la Euskadi che non ha uomini davanti interessata a cucire il distacco. Poi le energie dei Baschi finiscono e il gruppo lascia fare e la fuga arriva con più di sei minuti. Bellissima l’azione del francese Simon che parte alla fine della penultima salita, quando mancano circa 13 chilometri al traguardo e mantine un vantaggio massimo di 30 secondi fino al viale finale. Infatti viene ripreso dal resto del drappello all’ultimo chilometro. E Trentin riesce a regolare i compagni d’avventura odierna e colorare d’azzurro il podio di giornata dopo tre anni di anonimato per i nostri colori.


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