“I love you,” I finally say to him. “You know that, right? You always come first. Everything I do is to take care of you. To protect you. To provide for you.”
James nods.
“It’s you first,” I say to him. “It’s always you first and everyone else second. And that’s never going to change. Okay?”
James nods again. A tear falls on the floor between us. “Okay, Addie.”
“Fracture me” è una novella che si posiziona tra “Unravel me” e “Ignite me”, che uscirà il 4 febbraio e che è narrata dal punto di vista di Adam, il mio personaggio preferito in assoluto della serie. Questa è una novella strana, di passaggio, che lascia molte domande, ma che allo stesso tempo, ci lascia intravedere uno scorcio della personalità di Adam, di quello che ha in testa durante l’intero tempo della ribellione contro “The Reestablishment” e le notizie che sconvolgono il lettore alla fine del secondo volume. E ci lasciano con un mucchio di domande. E non so ancora rispondermi alla domanda “Mi è piaciuto?”
Mentre Omega Point si prepara a lanciare l’offensiva contro il “The Reestablishment” e i soldati stazionati nel Settore 45, il focus di Adam non potrebbe essere più lontano dall’imminente battaglia. È ancora sconvolto dalla sua rottura con Juliette, spaventato per la vita del suo migliore amico, e preoccupato per la sicurezza di suo fratello James. E mentre Adam inizia a chiedersi se questa vita è davvero fatta per lui, gli allarmi suonano. È tempo per la guerra.
Sul campo di battaglia, sembra che la fortuna sia dalla loro parte – ma distruggere Warner, che Adam ha appena scoperto essere il suo fratellastro, non sarà così semplice. The Reestablishment non può tollerare una ribellione, e faranno qualunque cosa per eliminare la resistenza… incluso uccidere tutti quelli a cui Adam tiene di più.
È una novella troppo breve, ma allo stesso tempo ben dosata e piena. È viva, crudele e assolutamente spiazzante. Entrare nella mente di Adam non è semplice, e comporta una buona dose di coraggio. Adam è un ragazzo che è dovuto crescere in fretta, che in qualche modo è stato privato di quella felicità tipica che caratterizza l’infanzia. Giù quando ha visto per la prima volta Juliette, a scuola, in un ambiente ostile, che non le garantiva il modo di essere felice, sapeva di vivere in un mondo sconvolto. E quando ha perso tutto, l’unica cosa che l’ha mantenuto in vita, che l’ha spinto avanti, che non gli ha permesso di cedere alle ingiustizie di un universo distopico inimmaginabile, è stato proprio il fratellino James. Per lui ha lottato, si è sottomesso, ha creato un ingarbugliato intreccio di bugie e alleanze che gli ha permesso di tenerlo al sicuro. La sua vita è stata segnata non solo dal rigore della disciplina militare, ma anche dalla pazzia e dagli atti rabbiosi e cattivi di Warner, il capo del Settore 45, l’indiscusso responsabile del destino di molte vite. E se in qualche modo la nostra opinione si è attenuata sia dopo i fatti di “Destroy me” sia di quelli di “Unravel me” pure non riesco a capacitarmi del voltafaccia di Warner e in un qualche modo assurdo non riesco ad accettarlo. Ma la bravura della Mafi, e questo le va riconosciuto, è quella di creare un mondo grigio, un mondo in cui la sofferenza, le privazioni e i rischi creano un tessuto sociale fragile e in balia del potere di pochi, che lo sfruttano male e per tornaconti personali. I membri dell’esercito, ma ancora prima quelli del Reestablishment tutti, devono lottare contro le ingiustizie quotidiane e si arrabattano come possono per garantirsi la propria sopravvivenza. Viene da chiedersi che cosa si è disposti a fare per vivere, per non perdere anche quel piccolo porto sicuro rappresentato dalla casa. Le distopie offrono scenari e spunti di riflessione e di certo anche la serie della Mafi non è da meno.
Quando Adam conosce Juliette, è relativamente al sicuro, si è costruito il suo piccolo lato di mondo e vi vive, compiendo sacrifici certo, temendo sempre che possa succedere qualcosa, ma con una relativa tranquillità, con la vaga sicurezza di sapere il fratello al sicuro. Juliette, l’amore, i suoi sentimenti gli fanno mettere in discussione tutto, compie delle scelte, si mette in gioco, cambia prospettiva e si ritrova il mondo “fratturato”. Quel “fracture me” che ricorre in un movimento circolare e infame, che non lascia tregua e che porta Adam a reinventarsi e a cercare sul cosa fare, a chi dare la priorità. E allora è davvero spaccato, non sa cosa fare, dove andare e quando il mondo così come lo conosceva, quando tutti restano vittime degli eventi, Adam deve compiere una scelta. Una scelta difficile, sofferta e che lascia il via agli eventi dell’ultimo capitolo della serie.
Il particolare da non dimenticare? Un paio di pantaloni.
Intenso, sconvolgente e assolutamente inaspettato, questa novella non lascia presagire nulla di buono per i membri del #TeamAdam, ma in un certo senso apre alla comprensione di certe scelte del nostro bel soldato e sottolineano la bravura della Mafi. Io ormai non sto più nella pelle nell’attesa di “Ignite me” che sicuramente mi strazierà il cuore e che SPERO vivamente mi dia soddisfazione. Ho una paura incredibile per questo ultimo libro della serie, temo davvero una grande delusione.
Buona lettura guys!