
C'è chi cazzeggia godendosi i raggi del sole, chi porta a spasso il cane fuori orario, chi è alle prese con un cono di gelato che continua a gocciolare.
C'è chi ritorna da un viaggio trascinando la valigia a rotelle per Corso Vittorio Emanuele mentre parla al telefono, chi racconta alle amiche una giornata allucinante seduta sulle Colonne di San Lorenzo, chi si rinfresca mettendo i piedi a mollo nella fontana di Piazza San Babila. C'è chi fa shopping alla Rinascente coperta quasi completamente da un velo nero, sotto lo sguardo incredulo e curioso dei passanti. C'è chi aspetta il moroso in ritardo, chi gioca con i piccioni insieme ai figli, chi si sente ancora abbastanza giovane nonostante i capelli bianchi da sedersi su un muretto in un luogo popolato da teenager. C'è chi si scatta una foto davanti al Duomo, chi non potendone più della moglie che fa shopping si siede in posti improbabili, chi vende ventagli, chi si esibisce in un'improbabile ballo con delle nacchere improvvisate, chi si siede sul marmo a farsi le coccole o schiacciarsi i punti neri. C'è chi si rimette a posto l'orologio, chi guarda in alto, chi fa ritratti, chi legge un messaggio all'amica, chi studia, chi va in motorino e chi cammina tra i binari del tram approfittando di uno dei rari momenti senza traffico. C'è chi si bacia e chi fa il terzo incomodo. C'è chi si svacca, chi fuma, chi fa foto, chi balla, chi vende rose, chi si abbraccia, chi ha un gemello, chi sbadiglia, chi chiacchera e chi regala fiori. C'è chi è una statua di marmo e che, da secoli, guarda la piazza che ha davanti mutare, con i suoi negozi, ristoranti, le sue luci e la sua gente. E poi ci sono io, con il mio occhio digitale, che passeggio sul selciato in cerca di scatti, parte di questo delirio senza trama e senza scopo.Siamo tutti personaggi in cerca d'Autore, in questa città senza regista.



