E se anche Google dedica la sua Homepage all'evento, mi decido a credere che sia qualcosa di veramente esclusivo. Recupero la Nikon che freme nella custodia come un San Bernardo al rumore del guinzaglio per la passeggiata serale e in un attimo esco di casa. Direzione: il parco dietro l'angolo, dove l'assedio dei palazzi si fa un po' meno pressante. Infilo un passo dietro l'altro, tenendo il naso bene all'insù alla ricerca di quel tondo luminoso che mi dovrebbe apparire da un momento all'altro, "immerso in una luce soffusa e rossastra". Per puro miracolo arrivo al centro del prato senza aver calpestato nessun lascito canino, altro fenomeno naturale ma un po' meno poetico.D'accordo, è tutto pronto. Manca solo lei: la luna!

La parola "eclissi" deriva dal greco: ἔκ (ek), preposizione che significa "da" (moto da luogo), e λείπειν, (leipein), che significa "allontanarsi" ovvero "nascondersi", "rendersi invisibile (Wikipedia docet).
Passano i minuti e, delusione!, non succede niente! Non uno spettacolo non commisurato alle aspettative o qualcosa di appena decente. Niente di tutto ciò. Semplicemente il nulla.
C'è chi comincia a teorizzare che la luna si nasconde dietro gli alberi, chi dietro i palazzi popolati di gente affacciata curiosa a finestre e terrazzi. Qualcuno sostiene che non si veda niente perchè l'eclissi è completa e "non si vedrà più un cavolo fino a domani mattina". Qualche frazione di secondo prima che qualcuno cominciasse a negare la forza di gravità o la sfericità terrestre, un anziano signore a spasso con la moglie trova persino il tempo e la voglia di interrogarmi in geografia.
Ai miei tempi, a scuola, ci facevano imparare tutte le province di ogni regione a memoria! Mia figlia, che ha fatto il liceo scientifico, conosce un sacco l'astronomia, ma nemmeno sa dove di trova Ragusa.
Abbozzo un "Puglia?" tra il serio e il faceto e mi rimane giusto il tempo di guardargli le spalle mentre se ne va disgustato.
Nel frattempo il buio si fa più buio, i milanesi si ricordano di essere famosi in tutta la penisola per la loro proverbiale fretta e impazienza e cominciano a sfollare. Restano pochi impavidi, qualche turista, un paio di ubriachi. Per un attimo un tenue bagliore rossastro fa capolino appena sopra l'orizzonte degli alberi, a pochi cm di campo visivo a sx di un luminoso riflettore da stadio. E' la cosa più simile che abbia mai provato all'allucinazione collettiva in questa eclissi d'eclissi.
E finisce così, come una festa senza il festeggiato, un concerto senza cantante, un funerale senza defunto e via via altre mille similitudini. Resta il tempo di scattare una foto e tornarsene lentamente a casa, nell'aria che rinfresca la giornata bollente.Giusto il tempo di incrociare un paio di giovani, incuriositi dalla fotocamera che tengo tra le mani.
Com'era l'eclissi?Stupenda!