Magazine Cultura
E salve miei affezionati (??) lettori!Ieri giornata intensa, sono stata a Milano alla Fiera del Franchising per constatare, con amarezza, che quasi tutto è fuori dalla mia portata. Be', c'è da dire che non c'erano proprio tutte le aziende che mi aspettavo ma vabbè, tralasciamo. E niente, ho finito già da qualche giorno il fantasticherrimo :ironia: secondo libro della serie Shadowhunters della nostra cara amica Cassandra Clare. Quindi, il primo volume (di cui vi avevo parlato qui), non mi aveva poi così tanto convinta e ci avevo messo anche diverso tempo a terminarlo, colta da improvvisi attacchi di sonno durante la lettura della parte centrale. Ma, tant'è, noi qui si è fan dei libri brutti e quindi, armandomi di coraggio e buona volontà, si è letto anche Shadowhunters. Città di cenere. E, se entro il 2020 riuscirò a trovare la stessa dose di coraggio, ma anche la metà eh, leggerò pure il terzo. Ché, si sa, una volta che inizio qualcosa devo portarla a termine. A meno che questa cosa non porti a evidenti problemi fisici e/o psichici.
Mi tocca dire che gli attacchi di sonno si sono ripresentati anche con questo volume, per cui qualche problema fisico l'ho riscontrato, ma è roba di poco conto. Ma basta cinciallegrare, andiamo a parlare di questo libro!
Autore: Cassandra Clare
Titolo: Shadowhunters. Città di cenere
Prezzo: 10 o 5 €
Editore: Mondadori
Pagine: 466
Il mio voto: 2 piume e, amica Clare, c'entri per un soffio
Dunque, la storia inizia lì dove l'avevamo lasciata. Clary e Jace sono fratelli, figli di Valentine. La madre di Clary, personaggio completamente inutile come tanti altri presenti nel romanzo, è ancora in coma. E vabbè, non è una grossa perdita. Avrei fatto cadere in coma altre due o tre persone del romanzo io, quindi figuriamoci. Luke niente, è ancora licantropo, inutilmente innamorato della madre di Clary e inutilmente nominato in questo romanzo. Che fa Luke? Niente, ogni tanto guida un furgone.Il Consiglio o come diavolo si chiama, insomma gli Anziani tra gli angeli – quelli che governano, per capirci – sono convinti che Jace sta dalla parte del traditore suo padre, sì perché Valentine è cattivo cattivo cattivo, ma così cattivo che ammazza a destra e a manca per avere il potere. E poi per boh, fare cose cattive cattive cattive anche dopo, credo. Isabelle e Alec, niente, nominati tipo tre volte in tutto il romanzo, ci stanno o no è lo stesso. Simon c'è, gli succede una cosa brutta brutta ma è ancora vivo alla fine del libro, per cui è inutilmente inutile anche lui proprio come Luke. Con la differenza che nemmeno guida un furgone. Quindi, questo è più o meno il riassunto di ciò che succede ai personaggi. Per il resto, in questo libro, accade che Jace viene improgionato perché considerato traditore pure lui, Valentine si fa un esercito di demoni che stanno tutti concetrati attorno a una nave nel bel mezzo del fiume (una nave in un fiume? Ok.), c'è la guerra. Tutti quelli importanti (se fa pe' dì) vivono, di Valentine alla fine della guerra nessuna notizia. Fine. Per narrare il tutto alla nostra amica sono servite 466 pagine. Io ce l'ho fatta in circa venti righe. Va bene, ve lo concedo, non ho usato dialoghi. Facciamo che se riscrivo la storia ne utilizzo cento e ci metto anche due o tre descrizioni. Ma usare 466 pagine, credetemi, è violenza carnale – consapevole – verso il lettore.
Comunque mi sento di dire che di queste quasi 500 pagine non è tutto da buttare. Già, perché se la Clare non ne avesse impiegate così tante, probabilmente non ci avrebbe regalato la possibilità di ammirare le sue originali descrizioni e similitudini. Sì, perché grazie a Cassandra ho scoperto che l'argento appannato scintilla, ad esempio. Vedete, io ne ero all'oscuro perché non ho argento da fare appannare in casa. Ma voi se volete fare la prova fate pure. Alitate su tutti i pezzi dell'argenteria e noterete che scintillano comunque, anche appannati. Oh, se non è così non prendetevela con me, si vede che l'argento della Città di cenere scintilla di più. Anche al buio. Ma ho scoperto anche che i miopi, senza occhiali, hanno lo sguardo convinto. Anche questo particolare io non potevo saperlo perché sono miope e se mi specchio senza occhiali non mi vedo. E quindi ho imparato anche che i miopi senza occhiali non hanno la classica espressione di disorientamento dovuta alla difficoltà di non mettere a fuoco nulla, ma sono convinti. Miopi di tutto il mondo sappiate che senza occhiali riuscirete a persuadere chiunque, anche se non lo vedete (letteralmente). E, se siete fortunati e pure un poco tormentati, potreste anche provare l'ebbrezza di avere una lotta interiore tra stagioni. Ora, non so se anche questa è una prerogativa della Città di cenere (che è la stessa di Città di ossa eh, la location non cambia, non vorrei che vi confondeste) o se anche al Torrino (quartiere di Roma) potete esperire una cosa del genere. Quando non sapete che cosa dire e siete confusi, quando non vorreste vivere quella situazione, provate a vedere se dentro di voi il freddo dell'autunno lotta contro il ricordo dell'estate. Se succede anche a voi che vivete a Tor Lupara, e vi succede anche in altre stagioni, tipo in primavera, tornate qui a dirmelo. Ci conto.
Torno a dire, come già feci per il primo romanzo della saga, che questa serie se fosse stata confezionata (passatemi il termine) meglio, avrebbe potuto davvero essere un ottimo prodotto. Peccato che la Clare si lasci andare in lunghissime pagine così piene di vuotaggine da far paura. Dico solo che le ultime 80 pagine (ottanta, mica poche!) le ho lette saltando diverse righe a pagina e vi confesso che ho capito tutto comunque. Per essere sicura che non cambiasse nulla e che non mi perdessi niente di importante (ahahahaha, scusate ma quando faccio ste battute rido da sola), per le prime pagine sono tornata indietro a controllare, leggendo anche le parti saltate. E niente, ho capito che non cambiava assolutamente nulla.
E poi, maledetti!, la smettiamo di stampare i libri che sembrano dei ciclostili venuti male? Non c'è una pagina in cui siano presenti tutte le lettere e tutta la punteggiatura. Deve necessariamente mancare qualcosa. Le andate a capo, poi, praticamente sono più quelle prive di trattino che quelle segnalate.
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