“Si fa una desistenza nel momento in cui c’è un progetto in cui tutti ci si può riconoscere – spiega Francesca Berardi, candidata alle elezioni regionali lombarde per Rivoluzione civile - Non vedo perché Rivoluzione Civile debba dire di sì. Perché il Pd la non la chiede alla lista Monti la desistenza? Monti è molto più vicino a Bersani, tutti i giorni flirtano insieme, hanno programmi più simili, forse alla fine faranno l’accordo o non si potrà fare a meno di un certo centro. Allora mi sembra più naturale che chiedessero a loro la desistenza, non a noi”. Allora perché il Pd insiste prima con la proposta di desistenza a Rivoluzione civile e poi con il voto utile? E i rapporti con Sel e il pericolo di una guerra a sinistra? Francesca Berardi vede chiaramente “che si vuol dare una mazzata a tutto quello che esce dal panorama politico italiano ‘normale’, a qualunque tentativo di fare qualcosa di autonomo e diverso. Chiedere di fare desistenza con qualcuno da cui non si fa altro che ripetere di essere lontani e distanti che senso ha? Chiedetelo ad altri! Sembrerebbe più naturale! Capisco che chi si sente di sinistra ed è in una coalizione con Bersani si sente in imbarazzo in questo periodo. Bersani va nella direzione di una continuità col governo Monti. Se pensiamo che Nichi Vendola è tra i firmatari dei referendum che poi sono stati bloccati, per abrogare le riforme fatte da quest’ultimo governo in materia di lavoro, capisco che ci sia in Sel un grosso imbarazzo”.
Giovane, alla prima esperienza, Francesca Berardi da anni si sta battendo con il Forum Acqua bene comune, uno dei campi di battaglia più complicati dal punto di vista giuridico e politico. Troppo alta la posta in palio.
“La sinistra dovrebbe creare una sua soggettività politica che rappresenti un mondo oggi non rappresentato – continua Francesca – Nessun ostracismo da parte mia verso Sel: vorrei che anche Vendola facesse un ragionamento di questo genere. La sinistra vera dovrebbe unirsi finalmente. Se tutti si è dell’idea che le politiche del lavoro che sono state adottate non hanno risolto nulla di buono, perché non unirsi? Non è che diminuendo i diritti dei lavoratori si è creata un’economia meravigliosa. Non si fa altro che licenziare, non si vede altro che aziende delocalizzarsi, chiudere, quindi vuol dire che questa politica non paga da alcun punto di vista, anche solo facendo una constatazione dei dati”.
E invece insistono. “Liberalizzare è di sinistra”: torna il vecchio rompighiaccio, il ritornello che nasconde l’ennesima storica sconfitta del liberalismo. Non bastava la Grande Depressione del ’29 con le catastrofi che ne sono seguite in Europa (disoccupazione al 50% in Germania con Hitler in circolazione), non bastava la lunga crisi economica, con alcune pause, seguita al crollo del Nasdaq (l’indice Usa dei titoli tecnologici) e al trionfo della new economy a Wall Street. Siamo da capo. Vogliono convincere gli italiani che non c’è altra strada da percorrere che un sano liberalismo. Rimozione della memoria e si riparte. E che c’è non accetta il giochino.
“Le riforme del governo Monti non sono bastate a uscire dalla crisi – continua Francesca Berardi – Sono stati creati gli esodati, che prima nemmeno esistevano, senza lavoro e senza pensione. Hanno negato diritti a persone che li avevano acquisiti! Allucinante! Non c’è scampo! Gli esodati non potevano né lavorare né andare in pensione. Dopo quel che è stato fatto perché non cambiare?”
E’ anche presto per parlare di campagna elettorale di Francesca Berardi. Rivoluzione civile sta completando le ultime pratiche per la consegna delle firme e della lista, con tutti i requisiti necessari. Seguirà poi la presentazione pubblica dei candidati.
Alle regionali Francesca Berardi si presenta assieme a Giampaolo Dusi, consigliere provinciale in carica, di Rifondazione come Piergiuseppe Bettenzoli, oggi consigliere comunale a Crema. Incontri con i cittadini, attività sul Web, pochi soldi e tanta buona volontà per non finire nel trappolone di Mario Monti e di quella che questo blog ha tanta voglia di chiamare “desistenza tripla”, fra Monti, Bersani e Berlusconi. Tutti e tre rinunciano a qualcosa di proprio per essere meno dissimili. Comportamento imprevisto, da parte di Berlusconi e Monti, dapprima inamovibili sulle proprie posizioni. Bersani, da parte propria, corteggia il centro da tanti anni. Una vita di passione… per il centro!
Alla cuscina Cuccagna, a Milano, domani, la lista Per un’altra Lombardia si presenterà. Si entra nel vivo dei contenuti: “Già nel passaggio a Cremona Andrea Di Stefano era stato abbastanza chiaro”.
E i sindacati che Grillo vuole eliminare? Sono troppo deboli? Troppo forti? “Auspico che continuino a fare quello che devono fare - ribatte Fracesca - senza dipendenza dai partiti. Il sindacato deve tenere uniti i lavoratori per rivendicare i diritti e non perderli: è il suo compito fondamentale e necessario. Purtroppo in questo periodo bisogna lottare per recuperare diritti che sembravano già consolidati”. Contrattazione individuale e moltiplicazione delle forme contrattuali, conclude in sintesi la candidata alle regionali, dividono il fronte e rendono difficile un impegno comune per i contratti nazionali. Senza questa stella polare la vita si complica tremendamente.