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Franceschini, il cialtrone di cultura

Creato il 15 luglio 2014 da Albertocapece

imagesLa bugia comincia dove finisce l’incompetenza e viceversa: un gioco degno di Pirandello che purtroppo è uscito dal palcoscenico e fa parte dell’amara realtà. Ma bisogna dire che ogni tanto la recita va per conto suo e assume caratteri grotteschi come quelli della Boschi che non sapeva dell’immunità al Senato o l’inglese di Renzi sfoggiato ad ogni costo in mezzo al ridicolo internazionale o la sublime trovata di Franceschini, ministro della Cultura che tutto contento ha confezionato e fatto votare a un Parlamento rimbambito il decreto Artbonus che introduce una deducibilità al 65% per le donazioni volte alla conservazione e gestione dei beni culturali.

Ma che bella cosa, che intervento risolutivo, finalmente un provvedimento concreto. Peccato che la deducibilità per i beni culturali esista e al 100% fin dal 2000, cioè da quando Franceschini stesso era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo che introdusse questa normativa  Ma sono piccoli particolari, il ministro non si fa certo confondere da queste inezie e con orgoglio dichiara: “Chiamerò uno ad uno, per nome, al telefono o anche in pubblico, i responsabili delle aziende, a cominciare dalle più grandi. Mi sono sentito ripetere ‘Mi piacerebbe, ma non esistono gli strumenti’, ma adesso nessuno può più addurre scuse”.

Ora delle due l’una: o Franceschini è uno straordinario incompetente, assieme ai suoi colleghi smemorati oppure ha sostanzialmente annunciato un aumento della tassazione facendo finta di attuare una diminuzione. Tanto i cittadini normali che ne sanno? Anzi cosa ne sanno gli stessi giornali che nella stragrande maggioranza dei casi hanno scritto “Meno tasse per chi investe in cultura?” Anche in questo caso non sappiamo dove cominci la cialtroneria e dove la menzogna.

Tanto più che mentre per la legge del 2000 (*vedi nota) non venivano posti limiti al mecenatismo oggi il limite per ottenere il 65% di sconto è una cifra  non superiore al 5 per mille dei ricavi annui per i titolari di reddito d’impresa, quindi con grandi limitazioni. Ma va bene così, diciamo che Franceschini mette in politica il talento di romanziere totalmente assente in libri che solo la posizione politica consente di pubblicare. Così è se vi pare.

 

*L’art. 38 della legge 21 novembre 2000 n. 342, intitolato erogazioni liberali per
progetti culturali, aggiungendo al comma 2 dell’art. 65 del TUIR, concernente gli oneri
di utilità sociale fiscalmente deducibili, la lettera 
c – nonies ha previsto la possibilità di dedurre dal reddito d’impresa (senza limiti di importo) le erogazioni liberali in denaro a favore di soggetti operanti nei settori dei beni culturali e dello spettacolo per lo svolgimento dei loro compiti istituzionali e per la realizzazione di programmi culturali.

 


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