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Francesco De Gregori – Sullla strada tour 2013

Creato il 15 aprile 2013 da Mrsfog @tulipano_bianco

Francesco De Gregori – Sullla strada tour 2013

Sabato sera, nonostante fossi uno straccio, armata di pastiglie per il mal di gola e spray per la tosse, sono andata a sentire un concerto. Un concerto bellissimo.

Appena Francesco De Gregori ha iniziato a cantare si è creata un’atmosfera unica tra pubblico e artisti, come fossero un’unica entità. Non c’è stato bisogno di tante parole e presentazioni, di coup de theatre o effetti speciali. Per più di due ore ha parlato solo la musica e ha detto tutto. Canzoni nuove e vecchi gioielli; blues, folk e rock’n roll; inaspettate cover e un tributo, struggente nella sua semplicità.

Senza voce per il mal di gola e l’emozione, ho cantato a fior di labbra le tante canzoni che amo fin da quando ero ragazzina, a volte con i lacrimoni che mi bagnavano la giacca, coinvolta come una belieber o una directioner davanti ai suoi idoli.

De Gregori, insieme a Battisti e De Andrè, è sempre stato uno dei miei cantautori preferiti. Di lui amo particolarmente la capacità di creare storie e personaggi. I suoi testi sono favole, fanno immaginare situazioni ed emozioni e portano a riflettere, lasciando vagare il pensiero su parole che suggeriscono senza mai definire completamente.

Le canzoni che da sempre amo di più sono La donna cannone, Generale, Pezzi di vetro e Rimmel. Sono anni che le canto e quasi sempre mi si spezza la voce per l’emozione. Viva l’Italia, Due zingari, Compagni di viaggio e Buonanotte fiorellino mi commuovono e fanno riflettere ad ogni ascolto.

“…E due zingari stavano appoggiati alla notte
forse mano nella mano e si tenevano negli occhi…”

“…Viva l’Italia, presa a tradimento, 
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento, 
l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, 
viva l’Italia, l’Italia che non ha paura…”
 

Non so se capita anche a voi che certe strofe vadano a toccare qualcosa nel profondo, spezzandolo e ricomponendolo, ogni volta come fosse la prima. Pensieri che associamo sempre alle stesse parole, ricordi che si ripresentano alle prime note.

“… Gli uccellini nel vento non si fanno mai male
hanno ali più grandi di me.
E dall’alba al tramonto sono soli nel sole.
Buonanotte questa notte è per te.”

Ho sempre amato molto la musica italiana, certa musica, proprio perchè al contrario delle canzoni straniere posso comprenderne i testi e le sfumature. Con gli anni ho imparato anche ad apprezzarne la parte strumentale, senza vederla più solo come un accompagnamento ma come elemento inscindibile dal testo, se non ancora più significativo.

L’altra sera abbiamo ascoltato della ottima musica: insieme a De Gregori c’erano degli splendidi musicisti. Ho apprezzato molto il pianista Alessandro Arianti, un ragazzo giovane e molto carino, e la violinista e corista Elena Cirillo, davvero eccezionale. Sarebbe un grande torto non riconoscere la bravura anche dei chitarristi Paolo Giovenchi e Lucio Bardi, dei veri virtuosi. All’appello mi mancano solo Stefano Parenti alla batteria e Guido Guglielminetti al basso… a me sono sembrati bravi pure loro ma anche in questo caso il mio giudizio è veramente da ignorante, portate pazienza!

La scaletta del concerto è stata lunghissima e non ho nemmeno pensato di prendere qualche appunto, mi sono lasciata completamente travolgere dalle emozioni. E’ stato bellissimo ascoltare le canzoni che già conoscevo ma mi hanno entusiasmato anche quelle nuove e non vedo l’ora di ascoltare tutto il cd. Mi ha colpito soprattutto il testo di Guarda che non sono io, forse perchè rispecchia l’immagine che mi sono fatta dell’artista: un uomo schivo e un po’ burbero, di poche parole ma di grande cuore e che tutto quello che deve dire lo affida alla sua musica.

Grazie Francesco per la stupenda serata, grazie Mr Fog per averla resa ancora più indimenticabile condividendo insieme a me questo mare di emozioni.


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