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Francesco e Martini contro i teologi new age

Creato il 13 ottobre 2013 da Uccronline

Francesco e Martini contro i teologi new ageE' palpabile l'imbarazzo di molti vaticanisti politicamente corretti, come Paolo Rodari, citare tutte le volte che Papa Francesco parla del diavolo, di Satana, un inquilino che certa teologia impaurita dalla modernità ha banalizzato e ridotto a mito.

Già il giorno dopo l'elezione al soglio pontificio, Francesco spiegava che "quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del Diavolo, la mondanità del Demonio". Eppure Vito Mancuso, dall'alto della sua cattedra in teologia, fieramente: "Io non credo nell'esistenza del diavolo ma credo nella diabolicità". Evidentemente il "principe del mondo", come viene definito nei Vangeli, ha già vinto la battaglia contro Mancuso, usando l'astuzia di non far credere alla sua esistenza per meglio raggiungere i suoi scopi, come scriveva Charles Baudelaire.

Eppure, ci insegna Papa Francesco, "l'uomo vive sotto il soffio di due venti, quello di Dio e quello di Satana". Venerdì scorso nell'omelia a Santa Marta ha spiegato che al tempo di Gesù "è vero che si poteva confondere un'epilessia con la possessione del demoni ma è anche vero che c'era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: "Tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici". No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio".

Lo spiegava anche il "padre spirituale" di Mancuso, il compianto card. Carlo Maria Martini, il quale spesso si riferiva all'"avversario": "non è necessariamente implicato personalmente Satana, ci troviamo però davanti a quella complessa sfera del male di cui Satana è il responsabile [...]. Dobbiamo sentire il dramma della lotta tra Dio e Satana che si sta svolgendo nella storia. Un combattimento senza esclusione di colpi, per il quale Cristo muore sulla croce".

Un altro teologo che si sente troppo adulto per il magistero della Chiesa è il mediatico Hans Küng, lo svizzero ossessionato da Joseph Ratzinger da quando erano compagni di studi e professori a Tubinga che la stampa ha usato come anti-papa durante il pontificato di Benedetto XVI. In questi giorni sono uscite le sue memorie: "Non sono stanco della vita, ma stanco di vivere" ipotizzando anche il suicidio: "Forse verrò chiamato all'improvviso, e mi sarà risparmiata una scelta individuale. Sarebbe bene così. Ma nel caso che io steso debba decidere di persona sulla mia morte, prego tutti di attenersi ai miei auspici e desideri". Noia di vivere, suicidio...chissà se questa volta i media avranno il coraggio di fare un confronto con la vita gioiosa del Papa Emerito. "E' molto triste per me sapere che un teologo parli in questo modo, spero che nessuno segua il suo esempio" ha commentato il Prefetto per la Dottrina della Fede, Gerhard L. Müller, scelto appositamente da Papa Francesco.

Tornando al tema principale, oggi Papa Francesco Satana in continuazione. Lo combatte senza risparmio. Non lo ritiene affatto un mito, ma una persona reale, il più insidioso nemico della Chiesa. "La sua astuzia più bella è far credere che non esiste, ma io ho come la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel regno di Dio", disse Paolo VI in occasione della Festa dei Santi Pietro e Paolo il 29/6/1972. Una vera profezia, dato che da lì in avanti tanti teologi impauriti dalla modernità hanno smesso di crederci, diventandone le prime vittime.

La redazione

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