Magazine Cultura

Francesco Orlando "La doppia seduzione"

Creato il 18 novembre 2010 da Frogproduction
Francesco Orlando
"La doppia seduzione"
Einaudi, 12.00 euro
Francesco Orlando era l'unico professore dell'università di Pisa di cui avesse senso seguire le lezioni. Tutte.
Gli altri, quando erano bravi, potevano imbroccare una lezione o due. Magari un intero corso. Ma di Orlando era un peccato perdere anche soltanto una  lezione, anche andare via un minuto prima, o decidere di non restare all'ora e più di discussione aperta che seguiva le lezioni del mercoledì, nell'anno in cui ho avuto la fortuna di seguirlo.
Sul suo romanzo, tenuto nel cassetto dal '56 al 2010, giravano storie assurde: come quella di letture integrali riservate ai fedelissimi (o per i più maligni: ai più desiderati). Non so se queste voci sono vere. Se lo sono, non riesco a non essere invidioso di chi a quelle letture è stato invitato. Questo, nonostante il romanzo non mi abbia convinto fino in fondo.
Il libro si sviluppa intorno a due protagonisti, l'omosessuale e intellettuale Ferdinando e Mario, la sua controparte eterosessuale, abbronzata, sportiva. La doppia seduzione del titolo è quella che lega Ferdinando a Mario e Mario a Dolly, la sua fidanzata. Più numerose, invece, le seduzioni mancate, che danno alla vicenda quell'aria da tragedia impossibile da evitare che caratterizza gli ultimi capitoli.
La storia, narrata da una voce esterna onnisciente ma reticente, fredda quanto più complessi e dolorosi sono gli avvenimenti narrati, procede ineluttabile ma non spiegata (i moventi e le psicologie dei protagonisti sono forniti per punti separati: è il lettore che li ricostruisce) e la chiusura è un anticlimax vertiginoso (e, forse, il punto migliore del libro).
Non è un romanzo pienamente convincente (per fare il paragone con un altro studioso rivelatosi scrittore solo durante la pensione: "Fratelli" di Samonà è decisamente più compiuto e riuscito): soprattutto i primi capitoli sono troppo impressionistici (troppo francesi, troppo stendhaliani, anche se è difficile dire che questo sia un difetto): ho l'impressione di essere arrivato a quelli centrali e finali (questi sì, riusciti) solo perché era il romanzo di Orlando.
O forse non mi ha convinto solo perché, di Orlando, non sono stato capace di riconoscerci dentro la voce: mi avesse invitato alle letture del romanzo, magari ce l'avrei fatta.
Che invidia.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :