Francesco Sicignano è l’ultimo esempio dei paradossi giudiziari che dividono le coscienze e le opinioni di questo nostro Paese ormai alla mercè dei criminali.
Si complica la posizione di Francesco Sicignano: la sua versione dei fatti non coincide con i primi risultati delle indagini.
Il 65enne, lo scorso lunedi notte, ha ucciso con un colpo di pistola il ladro che era entrato nella sua villetta di Vaprio d’Adda, un paesino in provincia di Milano.
Francesco Sicignano ha sparato dentro la casa o all’esterno? Ma è importante?
Il pensionato ha raccontato agli inquirenti di aver visto un’ombra in cucina e, spaventato, ha sparato. Il cadavere del malvivente, però, è stato trovato sulle scale esterne della casa e, dalle analisi balistiche effettuate, è emerso che il colpo che l’ha ucciso è stato esploso dall’alto verso il basso, per cui presumibilmente l’uomo è stato colpito sulle scale fuori casa. Inoltre non ci sarebbero segni di scasso nell’appartamento né tracce di sangue. Francesco Sicignano, però, continua a ripetere di essersi trovato davanti il bandito e che, se avesse saputo che era disarmato, avrebbe sparato in aria.
Il malvivente ucciso era un albanese di 22 anni, arrivato in Italia nel 2012 ed espulso l’anno successivo perchè aveva numerosi precedenti penali. Ciò nonostante era riuscito a tornare nel nostro Paese e ad unirsi ad una banda che operava nei furti.
Francesco Sicignano accusato di omicidio volontario.
Adesso Francesco Sicignano è indagato, non più per omicidio colposo, ma per omicidio volontario, il che comporta il rischio che si becchi trent’anni di galera o addirittura l’ergastolo. Roba da matti.
La legge sulla legittima difesa esiste già in Italia e prevede la non punibilità per chi utilizza un’arma, legalmente detenuta, per difendere sé stessi o l’incolumità di altri ed il proprio patrimonio. Ma qual è il limite oltre il quale non è più legittima difesa, ma omicidio?
Sicignano dormiva nella sua casa con la moglie ed il figlio con la famiglia, tra cui una bambina. Ha fatto bene a sparare? Cosa avremmo fatto noi al suo posto, svegliati nel cuore della notte e trovando un ladro in casa? Ci saremmo sentiti in pericolo?
L’articolo 52 del Codice Penale che parla della legittima difesa, recita anche: “sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”. Per cui, in quella situazione, con un malvivente davanti, che potrebbe essere armato, spaventati e stressati emotivamente, dovremmo decidere in pochi secondi quale nostra reazione possa essere più “proporzionata”. Intanto il criminale accende una sigaretta e aspetta la nostra decisione prima di spararci o massacrarci di bastonate.
Urge una legge che chiarisca il concetto di legittima difesa.
Alla luce dei fatti recenti e dell’ondata di furti che si concludono poi con violenze, stupri e delitti, sembra logico che la politica deve necessariamente intervenire per definire il concetto di legittima difesa contro la delinquenza che si sta facendo sempre più violenta e cruenta. Viene chiesto da più parti, e sembra che ci siano delle proposte da presentare in Parlamento.
Ma pare che in questo momento le priorità del Governo siano quelle di occuparsi di unioni civili e adozioni gay e cittadinanza agli immigrati, non quella di legittimare la difesa dei cittadini e delle forze di polizia che se fanno il loro lavoro vengono indagati e anche condannati.
A questo punto mi trova d’accordo Salvini quando afferma che, se un ladro entra in una casa o in un negozio, ci entra in piedi sapendo che può uscire steso. Lo deve mettere in conto perchè fa parte del suo “lavoro”. In effetti, se un criminale entra in casa e mette a repentaglio la vita dei quelli che la abitano, la difesa deve essere sempre legittima.
I cittadini sentono la mancanza di sicurezza e giustizia. Il Governo deve investire di più in sicurezza, invece non dà risorse alle forze dell’ordine e continua con la linea svuotacarceri invece di rafforzare le pene. I cittadini si sentono sempre più soli e sono costretti ad autodifendere la propria incolumità.
Difendersi legittimamente deve essere un diritto. E Francesco Sicignano lo ha esercitato, indipendente dal fatto che abbia fatto fuoco nella sua cucina o sulle scale esterne, comunque sempre all’interno della recinzione della sua abitazione.