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Francia: aumentano le conversioni di adulti, il 60% ha trent’anni

Creato il 04 maggio 2011 da Uccronline

Francia: aumentano le conversioni di adulti, il 60% ha trent’anniNella crisi della Chiesa francese persiste un dato sorprendente. Si tratta dei battesimi di adulti. Secondo uno studio pubblicato l’11 aprile 2011 dalla Conferenza episcopale e dal Servizio nazionale della Catechesi e del Catecumenato, la Chiesa cattolica ha ricevuto 2952 adulti per il battesimo nel corso delle feste pasquali di quest’anno.

Nel 2002 i battesimi di adulti erano 2335 e, gli adulti appena convertiti che iniziano il percorso che li porterà al battesimo sono passati dai 1700 del 2008 ai 2000 del 2010. Cifre in contrasto per quanto riguarda i battesimi dei bambini che sono calati dai 38.0000 di dieci anni fa ai circa 30.0000 quest’anno. Il 60% di questi adulti, secondo lo studio interno, ha meno di 35 anni. Tra di essi, la fascia d’età tra i 25 e i 29 anni comprende un quarto di coloro che hanno ricevuto il battesimo quest’anno. I 2/3 sono donne, il 56% proviene da un “contesto familiare storicamente cristiano ed essenzialmente cattolico” e il 24% di questi adulti viene da un ambiente “senza religione”. Questi nuovi cattolici, si commenta su Témoignage chrétien, assomigliano sociologicamente e culturalmente a tutti quei born-again (nati-di-nuovo) che diventano continuamente nuovi membri delle Chiese evangeliche.

Il quotidiano Le Monde ha intervistato due di questi neobattezzati. Si tratta di Coralie Alix e Francis Chauvet: la prima proviene da una famiglia piuttosto atea e anticlericale e per molto tempo si è disinteressata del problema religioso. Trentenne, insegnante e madre di tre figli, racconta di essere rimasta atea per ventotto anni: «Avevo un potenziale di credente, ma non lo lasciavo esprimere. Quando ho avuto la prima figlia, a 23 anni, mi è sembrato ovvio farla battezzare, così come sposarmi in chiesa. Ma sentivo che c’era una barriera che non voleva aprirsi. Poi, due anni fa, ho avuto uno scontro con i miei genitori, sono stata in rotta con loro per due settimane. Questo è bastato per staccarmi dal loro giudizio, e ho capito che era quello che mi pesava». Alcuni giorni dopo, telefona e prende appuntamento con un diacono per entrare nella Chiesa. La sua famiglia era presente al battesimo.

Francis Chauvet, pilota per la Air France, ha sentito “la chiamata” due anni fa mentre accompagnava la moglie, colpita da leucemia, nei suoi ultimi istanti. «Ho capito, forse molto tardivamente, che fino a quel momento avevo sempre trascurato i segni che mi portavano verso il cammino di fede. Dovevo impegnarmi, rispondere al richiamo». Figlio di un maestro e di una maestra “assolutamente atei”, a 17 anni si è iscritto alla “Gioventù comunista”. Fino a quel momento si era completamente disinteressato di spiritualità, a differenza di sua moglie, credente, ma non praticante. «Per lei era importante sposarsi in chiesa. Io avevo 21 anni all’epoca, ero veramente tiepido verso tutto ciò, ma già ho sentito che il nostro impegno andava oltre noi stessi, oltre lei ed io». La lunga malattia della moglie lo avvicina alla Chiesa, a cui finisce per decidersi ad aderire poco tempo dopo esser diventato vedovo: «Ho sentito che la scommessa meno assurda era quella della fede».


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