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Francia, parla Lievremont

Creato il 18 novembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Francia, parla LievremontUn Mondiale pazzesco, a ben vedere, quello della Francia. Quasi sempre brutta, spesso inguardabile, ma arrivata a un soffio dalla conquista del titolo. In mezzo è successo di tutto: i due ko nella prima fase, le critiche della stampa transalpina, la frattura tra giocatori e il ct Marc Lievremont.
Una volta rientrati in patria si sono aperte le acque, ma da parte dei giocatori. Il senso più o meno lo stesso per tutti: con Lievremont non c’era alcun rapporto, non ci capivamo, eccetera eccetera. Fino a quella che sembrava la parola fine, detta da un giocatore “pesante” (nello spogliatoio) come Imanol Harinordoquy: “Lievremont? In Nuova Zelanda a un certo punto abbiamo smesso di ascoltarlo”.
Ora però arriva la versione dell’altra parte in causa, quella di Lievremont: “E’ normale che qualcuno ci rimanga male quando un allenatore fa delle scelte, ma anche se con molti di loro ho un sincero affetto non ho mai permesso che tra noi si arrivasse a una vera prossimità. Non sono quel tipo di allenatore”.
Poi l’attacco sulle le dichiarazioni di Harinordoquy: “A Midi Olympique (il giornale che ha raccolto le parole del giocatore, ndr) ha detto solo le cose che i giornalisti volevano sentire. Io lo considero come una persona intelligente con troppo ego. Sono sorpreso per la sua mancanza di sincerità: dopo la finale avrebbe potuto dirmi tutto, m questa uscita mediatica… Comunque, una o due critiche in più non cambiano nulla”.

Un Mondiale strano quello dei francesi, dicevamo: “La sconfitta con Tonga è stata incredibile, poi è cambiato qualcosa. La finale avremmo potuto vincerla, ma prima del torneo io avevo più paura del Sudafrica che non della Nuova Zelanda. Gli springboks giocano un regby stereotipato, ma estremamente intenso”. Poi la stoccata ai padroni di casa: “Graham Henry, Richie McCaw e gli All Blacks in generale potevano essere più signori. Alla serata di gala conclusiva nemmeno una parola su di noi, solo e soltanto Nuova Zelanda…”
Poi un ritorno in Francia quasi trionfale, che lo ha sorpreso: “Sono entrato in un ristorante a Bayonne e i clienti si sono messi a cantare la Marsigliese”.


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