PARIGI – Introdurre “quote rosa” – dunque personalità esclusivamente femminili- tra i personaggi illustri che sono sepolti al Pantheon di Parigi.
È sostanzialmente questo il nuovo messaggio di un rapporto che il Centro dei monumenti nazionali (CMN) ha consegnato ieri al presidente francese Francois Hollande.
I nomi delle donne non sono ancora noti ma nel documento il direttore del CMN, Philippe Belaval, consiglia di preferenza donne del XX secolo che “dopo aver dimostrato durante una o entrambe le guerre la grandezza del loro coraggio, hanno anche saputo trarre da queste esperienze spesso dolorose, accompagnate talvolta da torture e deportazioni, lo slancio per un impegno a favore della pace, della giustizia sociale o del sapere. Le donne alle quali suggeriamo di rendere omaggio incarnano battaglie universali e non esclusivamente femministe“.
Insomma, “quote rosa per i morti” è l’ultima trovata del presidente Hollande che, dopo gli ultimi sondaggi che hanno dato i socialisti appena terzi e il Fronte Nazionale di Marine Le Pen proiettato al primo posto, cerca di recuperare qualche punto.
Scrive Mauro Frasca su Libero Quotidiano:
“«Féminiser le Panthéon». Ovvero: introdurre le quote rosa tra i francesi illustri che sono sepolti al Pantheon di Parigi. Che sarebbe poi l’ex-Chiesa di Santa Genoveffa, trasformata dalla Rivoluzione Francese in mausoleo laico per le spoglie dei “grandi nomi” che avevano illustrato la patria, poi nel 1821 ritrasformato in chiesa da re Luigi XVIII, di nuovo mausoleo laico con Luigi Filippo nel 1830, curiosamente di nuovo chiesa con la Seconda Repubblica nel 1851, infine laicizzata definitivamente nel 1885 con la sepoltura di Victor Hugo. A parte l’autore dei Miserabili, sono altri 80 i cadaveri illustri che vennero traslati nel Pantheon“.
Ma di salme femminili, il Pantheon, scarseggia un po’. Scrive Mauro Frasca:
“Ma Madame Curie, traslata nel 1995 assieme al marito, è stata la prima e finora unica donna a essere lì portata per meriti propri. C’è infatti anche una seconda donna, ma Sophie Niaudet è stata messa solo perché il marito Marcellin Berthelot, chimico, storico, e politico, morì un’ora dopo il decesso di lei, dopo aver dichiarato che senza la sua compagna vicino non avrebbe potuto né vivere, né riposare in pace. A parte che comunque Marie Curie per il timore di contaminazioni radioattive lascito dei suoi esperimenti la portarono con la bara avvolta in una camicia di piombo. Insomma, un precedente da prendere con le pinze nel senso più letterale del termine”.
Circa 2.000 nomi di donne sono suggerite via Internet al CMN. Tra le preferite figurano l’etnologa Germaine Tillion, la filosofa Simone de Beauvoir, la religiosa Soeur Emmanuelle. Si citano le scrittrici Colette e George Sand e la scultrice Camille Claudel. C’è anche chi pensa a Edith Piaf. Ricorre il nome dell’anarchica Louise Michel. Ma il tifo più forte è per Olympe de Gouges, pioniera del femminismo che redasse la prima Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina nel 1791: è lei la candidata ideale delle femministe francesi, sostenuta anche dalla socialista Segolene Royal. Resta il fatto che è una donna del ’700 e non del ’900, come invece auspica il rapporto ora nelle mani di Hollande.