USA 2012
Titolo Originale: Frankenweenie
Regia: Tim Burton
Doppiatori Originali: Charlie Tahan, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Martin Short, Martin Landau, Atticus Shaffer, Robert Capron, Conchata Ferrell, James Hiroyuki Liao, Christopher Lee
Genere: Animazione
La trama in breve: Victor è un ragazzino appassionato di scienza e molto legato al suo cagnolino Sparky. Il giorno in cui Sparky muore, investito da un auto, decidere di mettere in pratica un insegnamento del suo professore di scienze, riportandolo in vita. Avendo però delle fattezze mostruoso, Victor sarà costretto a tenere Sparky nascosto da occhi indiscreti.
E io che pensavo che Tim Burton nell’ultimo periodo avesse sbroccato completamente. Dopo uno “Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street” così così, un “Alice in Wonderland” che mi era piacicchiato ma non mi aveva detto moltissimo e un pessimo “Dark Shadows” ecco che il suo ritorno con “Frankenweenie” riesce a sorprendermi.
Sia chiaro, non stiamo parlando certo del suo miglior film, ma comunque di una produzione valida in stile “Nightmare before Christmas” e “La sposa cadavere” (che anche quello non mi aveva convinto appieno, mentre il primo è assolutamente una delle sue migliori produzioni), che riesce prima a creare l’atmosfera giusta, grazie anche ad un ostentatissimo bianco e nero, poi a farti entrare nella storia grazie alla presenza di personaggi che si rifanno inequivocabilmente a grossi personaggi della storia del cinema. E una delle cose che funziona meglio nel film è proprio il citazionismo: oltre all’ovvio parallelismo con Frankenstein (eh vabbeh, ho scoperto l’accqua calda… tra l’altro i nomi dei personaggi sono più o meno gli stessi della storia di Frankenstein) abbiamo Edgar che si rivela una buonissima parodia di Igor (o forse meglio Aigor?), Nassor che volutamente ricorda Lerch de “La famiglia Addams”, Toshiaki, un bambino cinese stereotipatissimo che mi ha strappato le migliori risate e scene, soprattutto nel finale, che ricordano gli storici “Gremlins”.E tutto questo alla fine, come risultato, non appare pesante agli occhi degli spettatori (che poi “gli spettatori”, nel mio blog, sarei solo e solamente io). Anzi, è assolutamente coinvolgente e ben girato, sicuramente al di sopra degli standard a cui ci aveva abituato il buon Burton negli ultimi suoi film.
Voto: 7+