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Sparky ritorna in vita ma l'eco della riuscita dell'esperimento arriva alle orecchie sbagliate. Anche i compagni di Victor vogliono riportare animali in vita nella notte buia e tempestosa in cui si svolge la Festa Olandese del paese. Gli animali portati in vita sono però mostri senza controllo e terrorizzano gli abitanti della cittadina.
Victor e Sparky avranno molto da fare per evitare il peggio.
Tim Burton ritorna sul luogo del delitto. Quello dei suoi esordi.
Il ricordo di quel delizioso cortometraggio con attori in carni ed ossa è ancora vivo nella mia memoria e attendevo con una certa trepidazione e anche un po' di timore questo lungometraggio animato in stop motion che si ispira al Frankenweenie del 1984.
Trepidazione perchè mi aspettavo decisamente qualcosa di livello superiore rispetto alle ultime cose fatte da Burton ( e devo dire che ci voleva anche poco per fare meglio di Alice in Wonderland e Dark Shadows) e paura perchè riprendere e riciclare qualcosa dal proprio passato per molti può suonare come sinonimo di carenza cronica di idee.
E invece stavolta i detrattori saranno costretti a fare un passo indietro.
Frankenweenie è una finissima amalgama condensata in modo assolutamente perfetto di citazioni e di suggestioni dal passato di Tim Burton e di un immaginario horror legato alle radici del genere .
Sfilano in delizioso disordine le vie azzimate e i personaggi oltre le righe di Edward Mani di Forbice, un professore di scienze che ha la faccia di Vincent Price e la voce (in originale) di Martin Landau, il bianco e nero che riporta a Ed Wood ( e fare un cartone animato in bianco e nero è scelta decisamente temeraria in un'epoca in cui i bambini vengono suggestionati da suoni e colori sparatissimi), un aquilone a forma di pipistrello che fa tanto Batman, i monster movies anni '50 con una specie di Godzilla che va in giro per la città, il Frankenstein di Whale per il finale nel mulino in fiamme con tutta la città accorsa a dare fuoco al mostro, ma anche La moglie di Frankenstein, sempre di Whale, per quell'acconciatura così particolare della barboncina e per la scena in cui Sparky viene riportato in vita, dei mostriciattoli che assomigliano tanto ai Gremlins, una galleria di personaggi che pur riprendendo grandi attori del passato ( oltre a Price anche Peter Lorre e Boris Karloff) riporta al classico universo burtoniano che siamo abituati a conoscere.
Frankenweenie ha il sapore di un ritorno al passato ma anche quello di un saluto affettuoso ad amici che non ci sono più e che hanno scritto pagine di cinema fondamentali.
Pur conoscendo per filo e per segno la storia e immaginando subito dove vada a parare è un film che meraviglia ad ogni sequenza e non solo per la perfezione tecnica con cui è realizzato.
C'e amore, nostalgia, in Frankenweenie traspare autentica passione per quella magnifica arte che è il cinema.
Una passione che il caro vecchio Tim Burton sembrava aver perso nelle sue ultime realizzazioni assieme al tocco magico che aveva reso indimenticabili le sue cose migliori.
In tempi di bombardamenti sensoriali audiovisivi uscire con un film in stopmotion e per giunta in bianco e nero può sembrare scelta temeraria dal punto di vista commerciale ( perchè sicuramente una fetta di pubblico viene persa , purtroppo ci sono tantissimi pseudoamanti di cinema che rifiutano l'idea di vedere un film in bianco e nero ) e spocchiosa dal punto di vista artistico.
Ma mi piace credere che stavolta non sia così: Burton ha omaggiato i suoi maestri con grande rispetto e sincerità, quasi con un filo di commozione, questo arcobaleno di citazioni in bianco e nero appare ancora di più come simbolo di gratitudine per i padri senza i quali non sarebbe esistito il cinema di Tim Burton.
E lo Sparky che perde i pezzi anche solo scodinzolando è creatura assolutamente adorabile.
Anche se di cartone.
( VOTO : 8 / 10 )
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