di Elena Tagliaferri
“Quanto sei bello! La tua sorellina è carina ma tu sei davvero stupendo” con questa frase un’amica di mia mamma ha ritenuto di fare un complimento a mio figlio Marco di sei anni mentre passeggiavamo insieme a Elisa, la mia bimba di otto mesi… salvo poi girarsi e sussurrare a bassa voce per non farsi sentire “complimenti è bellissima!”.
Fin da quando ero in attesa di Elisa fioccavano i consigli su come gestire l’inevitabile gelosia che Marco avrebbe provato. Ho sentito di tutto, dai consigli più saggi a quelli più assurdi: tipo di dedicare tutte le mie attenzioni al fratello maggiore lasciando piangere la sorellina “tanto è piccola e non si rende conto…”.
Tutti, anche se mossi dalle migliori intenzioni, partivano dal presupposto che la gelosia è un sentimento comune in questi casi e che inevitabilmente ci saremo trovati a doverla gestire.
E se il presupposto fosse diverso?
Sicuramente la nascita di un fratellino o sorellina è un cambiamento molto importante nella vita di un bambino e più in generale nella vita di tutta la famiglia. Cambiamenti di questo tipo generalmente destabilizzano per primi noi adulti presi dalle mille incombenze quotidiane fra poppate, cambio di pannolini, stanchezza e in alcuni casi notti insonni…
Come in ogni cambiamento si rompono vecchi equilibri ed è necessario crearne di nuovi…
E allora perché non dovrebbe essere lo stesso per nostro figlio maggiore? Perché attaccare al bambino un’etichetta che fa sembrare suo il “problema”? Perché invece che crearci e creargli un problema non iniziamo a pensare che non è geloso ma che semplicemente sta affrontando un cambiamento?
Spesso invece di gestire il cambiamento ci impegniamo a far finta che per nostro figlio maggiore non sia cambiato niente, oppure ci prodighiamo in lodi e complimenti eccessivi nella speranza di “compensare” le attenzioni che ci sembra di togliergli. Come genitori siamo i primi a credere che con la nascita di un altro figlio toglieremo qualcosa al primogenito… e se iniziassimo a pensare che gli stiamo facendo un dono? In fin dei conti nasce una nuova piccola creatura da amare. Forse si misureranno, litigheranno, in alcuni momenti sembreranno non sopportarsi oppure ignorarsi. Ma avranno l’opportunità di esserci l’uno per l’altro. Qualcuno con il quale imparare a condividere affetti, spazi, giochi, giornate di pioggia, vacanze… qualcuno con il quale dividersi le ansie di mamma e papà… qualcuno con il quale imparare che non si può essere sempre al centro dell’attenzione…
A noi la scelta, possiamo parlare con il mondo intero e preoccuparci della “sua” gelosia oppure iniziare a domandarci qual’è il modo migliore per prenderlo per mano ed accompagnarlo in questo cambiamento.