E si rende conto, pensa ironicamente Marcelo, che sarebbe normale che lui non avesse dischi di Archie Shepp ed è idiota perché in realtà certo che li ha, e qualche volta li ascolta con Marlene a Bruxelles e solo non sa viverli come Lina che all'improvviso ne canticchia un brano fra due bocconi, il suo sorriso è free-jazz e gulash e orsetta umida di autostop, mai avuta tanta fortuna, sei stato buono.
[Luogo chiamato Kindberg, il racconto de-fi-ni-ti-vo di Julionostro, in Ottaedro, Einaudi, 07]