Questa sera va in tavola la prima cena in onore di O e del suo progetto artistico From Orlando to Santiago.
Gli ospiti li sceglie lui, la star della serata, e pentolapvessione accompagna con le pentole e i piatti migliori.
Sono molto curiosa di questa cena perché a suo modo è una novità: altre persone e altre storie che arrivano qui per altre strade. E poiché si scrive di O e del Cammino di Santiago le strade sono infinite.
Questa sera siamo in otto: O, B, G detto P, L, S con P, W ed io. A tavola sono vicina a S e a P. S è nata in Iran ma cresciuta in Italia, P è sua madre, è nata in Italia, ha partorito in Iran, è tornata in Italia e ora sta per trasferirsi definitivamente in Iran… ai racconti e ai brani composti da O lungo il cammino di Santiago si sommano altri racconti di cammini familiari e intergenerazionali.
Un breve brindisi di ricognizione iniziale con anche I e D – se non ci fossero sarebbe la rovina mia e di O, che per una serie di motivi saremmo forse ancora lì a contare gli ospiti - e via si parte.
Finisce a tarda notte con B ed O ascoltando G detto P che ci racconta aneddoti sui grandi della musica italiana sul palco e dietro il palco negli anni ’60 , di speranze attuali e di future scommesse.
E poiché tra O, W e me, tra un Cammino di Santiago, un Miraggio di miglioramento e un progetto gastronomico con valore scaramantico componiamo un platonico trio apotropaico decido che è uno di quei momenti in cui va affrontata la bestia nera.
Uova rapprese nei nidi di spinaci
Uova di quaglia 8
spinaci 1 kg
pomodori 2
farina 3 cucchiai
tuorlo
burro 100 g
olio
sale
Morale delle Uova rapprese nei nidi di spinaci: la sostituzione uovo di gallina/uovo di quaglia continua con non poche soddisfazioni. Sempre uovo è… l’uovo cosmico all’origine del mondo, l’uovo simbolo di fertilità, dell’eterno ritorno, della rigenerazione, l’uovo alchemico dal quale si leverà la fenice. In omaggio e in onore di O ogni uovo è adagiato nella coquie st jacques, simbolo del Cammino di Santiago e della Venere, mollusco bivalve ermafrodita duro e morbido insieme che negli strati di accrescimento del suo guscio nasconde la successione di Fibonacci.
P.S. La foto è diB.
Pastine salate
Burro 100 g
farina 100 g
acqua 1/4 di bicchiere
mandorle sgusciate 50 g
albume 1
sale
Morale delle Pastine salate: la bestia nera – la pasta sfoglia – viene alta e dorata proprio come speravo…e pensare che Ada la presenta come una banalità: “Con il burro, la farina, un pizzico di sale e l’acqua, preparate una pasta sfogliata”. Così, bidibibodibibu… a me crea sempre un po’ di ansia da prestazione, mi preoccupa, le sue tempistiche mi scoraggiano, i giri mi fanno sorgere il dubbio di aver sbagliato i conti, o il verso, o viceversa… e invece fila tutto liscio.
Gnocchi di farina giganti
Acqua 0,5 l
farina 375 g
ricotta 200 g
tuorlo
parmigiano grattugiato
caciocavallo
sugo d’umido non denso
burro (…ma dai?)
sale
Morale degli Gnocchi di farina giganti: non c’è che dire, sono davvero buoni.
Si preparano con la pasta degli choux prontamente farcita con ricotta e caciocavallo, si sbollentano, si mettono in forno ricoperti di buon sugo d’umido e parmigiano e si lasciano stufare una mezz’ora. Questa è una ricetta che rifarò sicuramente. Oltretutto in questa versione Ada li riempie con la ricotta ma si possono utilizzare infinite altre combinazioni.
Il sugo è eccezionale, denso ma non troppo, profuma di autunno e di camino.
P.S. Anche in questo caso foto è di B.
Braciato alla bresciana
Manzo 1 kg
burro 100 g
vino rosso 2 bicchieri
cipolla
aglio
pepe
sale
Morale del Braciato alla bresciana: “una delle caratteristiche di questa preparazione è la cottura a recipiente ben coperto” per cui bisogna essere rapidi nell’alzare e riabbassare il coperchio mentre si volta la carne per farla rosolare.
L’altra caratteristica è che con questa cottura si ottiene “un saporito manzo braciato e un sugo denso e profumato utilissimo per condire maccheroni o risotti”, motivo per cui scelgo questa ricetta. Il sugo che vi ho decantato nella ricetta sopra, quel delizioso sugo denso e profumato è proprio lui.
Funghetti coltivati con crema di latte
Funghetti 600 g
crema di latte
burro
olio
pepe
sale
Morale dei Funghetti coltivati con crema di latte: ovviamente non li posso mangiare. Loro però, gli champignones, rispetto ai porcini non mi fanno venire l’acquolina in bocca. Anche senza assaggiarli mi accorgo di averli cotti un po’ troppo.
Mille foglie alla crema
Dichi di pasta sfogliata 5
tuorli 3
zucchero 90 g
farina 75 g
latte 0,5 l
sale 1 pizzichino
marsala 1 bicchierino
mandorle 100 g
zucchero a velo
cantilly 0,2 l
ciliege candite
Morale della Millefoglie alla crema: sfoglia in apertura e sfoglia in chiusura, ieri e oggi sono state giornate a lei dedicate. L’inizio mi preoccupa, il primo disco lo cuocio un po’ troppo e finisce tra gli stuzzichino di aperitivo ma con gli altri anche in questa ricetta tutto fila liscio: integri e cotti a puntino. La crema pasticciera aromatizzata al marsala è una goduria, la crema chantilly sopra si sposa… è il trionfo del burro, l’appagamento delle creme, la regina dei dolci, l’immagina della festa.