Questa sera va in tavola la seconda cena in onore di O e del suo progetto artistico From Orlando to Santiago.
Anche oggi gli ospiti li sceglie lui – quasi tutti – e pentolapvessione accompagna con le pentole e i piatti migliori.
Siamo in otto: C, S, S e L, V, O, W ed io.
Conosco C al Salone del Gusto durante l’intervista su Radio Flash e subito prima di andare in onda mi dice che verrà ad una cena pentolapvessione tra qualche giorno per il progetto di O… stuzzicante coincidenza gastronomica, oggi è quel giorno. C arriva assieme a S – splendida cantante e deliziosa persona – e per entrambe è la prima cena pentolapvessione così come per V – che ci raggiunge poco dopo – mentre S e L – vicini di isolato – sono ormai rodati commensali.
Dovrebbe unirsi a noi anche V ma all’ultimo non può e gentilmente nel pomeriggio fa recapitare proprio alla porta di casa con consegna a domicilio una bottiglia delle sue famose birre, la Xyauyù: naturale, ad alta fermentazione, non pastorizzata. “Da divano”, recita l’etichetta, da sorseggiare a fine pasto.
S e L portano una bottiglia di vermut extra dry e due arance – gente professionale – L recupera qui il ghiaccio e gli altri ingredienti necessari e via, l’aperitivo è pronto e la serata ha inizio.
Musicisti, musicologi e musicofoni questa sera non mancano… io non li conosco tutti ma loro si conoscono tra loro e iniziano subito a chiacchierare mentre io finisco i preparativi.
Per 8 persone
Uova fritte con ricotta in canapè
Uova di quaglia 8
ricotta
formaggio grattugiato
burro
Morale delle Uova fritte con ricotta in canapè: in onore di O e del suo progetto prosegue l’abbinamento dell’uovo cosmico all’origine del mondo con il simbolo del Cammino di Santiago e della Venere, la coquille Saint Jacques. Anche questa sera è un’ottima partenza!
Baccalà alla provenzale
Baccalà già bagnata 500 g
olio 1 bicchiere circa
latte 1 bicchiere circa
pane in cassetta
noce moscata
pepe
sale
Morale del Baccalà alla provenzale: la Provenza, la via francigena e cammina cammina cammina anche da lì la strada porta a Santiago.
Buono, meno rapido da preparare di quanto immaginassi, prevede di essere accompagnato da crostini di pane fritti che io mi limito a tostare.
Riso in budino
Riso 300 g
pomodori 500 g
cipolla 1/2
sedano 1 costola
alloro 1 foglia
carota 1/2
olio 4 cucchiai
burro 1 noce
farina 1 cucchiaio
latte 1 bicchiere
parmigiano grattugiato 4 cucchiai
uova 2
verdura a piacere = Funghi ripieni al forno della ricetta successiva
Morale del Riso in budino: un po’ uno sbobbone. Forse sarebbe stato meglio fare tante piccole monoporzioni budinosette.
Funghi ripieni al forno
Porcini 7
cipolla
aglio
acciughe 2
prezzemolo trito 1 cucchiaio
mollica di pane
pane grattugiato
uovo
succo di limone
pepe
sale
Morale dei Funghi ripieni al forno: lo sapete, è la stagione giusta per cui cerco di preparare tutte le ricette che mi separano dalla fine del capitolo funghi. Anche oggi per cui la stanza si riempie di profumo misto sofferenza mia che li posso guardare e non li devo mangiare!
Ventagli
Farina 100 g
burro 100 g
zucchero a velo
Morale dei Ventagli: che soddisfazione, che soddisfazione, che soddisfazione! Non li avevo mai cucinati e sono una meraviglia da preparare.
Si fa la pasta sfogliata, la si distende a forma di rettangolo, la si piega in modo che i due lati più corti del rettangolo si uniscano al centro, poi si ripiega un’altra volta la pasta “portando gli stessi lati uno sull’altro in modo da ottenere una striscia a quattro fogli lunga e stretta” poi si tagliano tante fettucce di un centimetro e si dispongono di taglio sulla placca del forno imburrata.
Crescono e si gonfiano in un attimo… tre ore abbondanti a prepararli, meno di dieci minuti per cuocerli!
P.S. Il dopocena, ovvero ciò che sarebbe meglio non riportare: C, S e V vanno via non troppo tardi e restiamo O, S e L, W ed io a chiacchierare… e chiacchiera e bevi e bevi e chiacchiera, mi ricordo che ad un certo punto non ricordo più, compaio con il mio sacco fantozzi, dopo un po’ non resisto e vado a letto, nonostante ciò cerco comunque di inserirmi nella conversazione – ad un certo punto so di aver urlato Ceronetti… – mi rialzo, saluto S e L, barcollo ma non mollo, ritorno sul sacco fantozzi, sento W ed O che parlano di birra e questioni universali, mi rialzo, barcollo, mollo e torno a letto.
Fino al 10 novembre al fondo di ogni post comparirà Taste&Match, aderite numerosi!
Ed eccomi qua pronta per la serata Winexplorer ideata da Fernando Wine, alla sua seconda edizione torinese.
Due antipasti + due primi + due secondi + due dolci = Otto piatti, otto portate per otto vini, otto abbinamenti per otto assaggi, otto foodbloggers per otto pietanze.
A me il compito di cucinare un antipasto che si abbini con un secco e fresco Erbaluce Rustìa 2011 di Orsolani.
Dopo averlo annusato e assaporato sfoglio attentamente il Talismano e opto per questa ricetta di Manzo in involtini di cavolo, che da noi in Piemonte sarebbe il capunet.
Mentre le altre ragazze si sbizzarriscono in incredibili ricette fantasmagoriche che avrete presto il piacere di scoprire e l’onore di assaggiare io come sempre vado sul classico, la cara Ada è una signora tradizionale. L’unica variazione che apporto alla ricetta sono le dimensioni: dovendo fungere da antipasto riduco il formato fino a farlo diventare mignon, un boccone e via. Voi astanti avrete così modo di gustare gli antipasti senza sentirvi satolli dopo una sola portata, proprio come succede a noi questa sera.
Ci vediamo il 10 novembre!
Cliccando qui troverete tutte le informazioni necessarie per partecipare.
Per 4 persone
Manzo in involtini di cavolo
Cavolo cappuccio 8 foglie tenere ma belle grandi
trita di manzo 200 g
mollica di pane 35 g
tuorlo d’uovo 1
parmigiano grattugiato 1 cucchiaio
prezzemolo 1 ciuffo
sugo d’arrosto
sale
Sfogliate il cavolo facendo attenzione a non rompere le foglie, mettete a bollire un bel pentolone d’acqua, al bollore salate, tuffateci dentro le foglie, appena riprende il bollore scolatele – ci vorranno pochi minuti – sciacquatele sotto l’acqua fredda e mettetele ad asciugare su un canovaccio continuando a fare attenzione a non distruggere le foglie che devono rimanere intere. Preparate il ripieno mescolando con cura in una terrina la carne trita, il tuorlo, il parmigiano, il prezzemolo tritato e la mollica di pane inzuppata nell’acqua. Dividete le foglie di cavolo in quattro parti della stessa grandezza togliendo la costa dura centrale, prendete piccole porzioni della farcia preparata e disponetele al centro di ogni foglia, arrotolate la foglia in modo che il ripieno non esca, cospargete il fondo di una teglia con il sugo finto, allineate gli involtini, copriteli con un po’ d’acqua calda in cui avete stemperato qualche altra cucchiaiata di sugo d’arrosto e infornate per una mezz’ora abbondante, finché il sugo non si è addensato.
Morale del Manzo in involtini di cavolo: è una ricetta tipica del canavesano, una cugina prima dell’Erbaluce, una ricetta volendo anche povera perché nella farcia ci potete far finire anche avanzi di arrosto, fette solitarie di prosciutto, raminghi fondi di mortadella, remoti affettati che vagano da un po’ nel vostro frigo. Tra cavolo, carne e sugo finto il sapore è ricco e stuzzicante.
Così piccoli sono un ottimo antipasto; se preferite servirli come secondo o non avete la pazienza del Buddha e volete prepararli più grandi potete optare per dividere la foglia di cavolo in due parti, se avete la fame di Obelix e avete perso per strada la pazienza di Giobbe potete non dividere le foglie affatto.