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Il primo di questi è che trattasi di vera e propria Storia del Cinema, uno di quei film su cui è stato scritto e detto tutto, oggettivamente importante, attualissimo, con un uso non scontato e molto realistico del bianco e nero e dulcis in fundo per un Marlon Brando di una bravura tale che si stanno ancora battendo le mani, senza sosta, dal 1954.
Il secondo motivo, un po' più difficile e controverso, riguarda Elia Kazan. Per quanto difatti si possa e si debba scindere la vita personale di un regista o un attore o qualsiasi altra figura dal prodotto del suo lavoro, in questo caso risulta un tantinello difficile tenendo presente la vicinanza di argomenti trattati, la tempistica e le probabili intenzioni che lo spinsero a fare questo film. Se da un lato infatti si può vedere la pellicola come una rivalsa dell'eroe proletario contro i soprusi dei gangster, dall'altro è invece una giustificazione dell'azione compiuta da Kazan stesso e un'ulteriore rivendicazione che lo Stato e il padrone sono l'unica via percorribile considerando le azioni dell'eroe di Kazan come un rimettere in piedi il potere capitalistico, senza alcun vantaggio per la sua classe sociale (che potrebbe aver rispecchiato anche la realtà ma date le circostanze i dubbi vengono)
Non potendo, nel mio piccolo, scindere la mia opinione sulla persona Elia Kazan da quella di Fronte del porto, opto per l'astensione. Fronte del porto è e resterà un film oggettivamente bello ma il messaggio che porta e i suoi natali sono per me, al momento, inesplicabili.
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