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Fueguia 1833 Patagonia.

Creato il 25 dicembre 2013 da Ilbicchierediverso

Fueguia 1833 Patagonia.

Come si può inquadrare un’emozione?
Se ne può certamente parlare, provare a descriverla, tentare di restituire alcune sensazioni che questa può aver smosso in noi. Ma non si riuscirà mai a regalare ad altri ciò che si è sentito.
Noi spesso ci proviamo, ma stavolta siamo realmente in difficoltà anche nel cominciare questo articolo, la “colpa” è di Fueguia (distribuito in Italia da Campomarzio 70), un brand originario della Patagonia, terra che dona le materie prime (raccolte da comunità locali) da cui poter distillare le diverse anime di un uomo. Il marchio è stato fondato da Julian Bedel e Amalia Amoedo e dietro ogni scelta, ogni gesto c’è l’incanto della meticolosità, il respiro che si fa calmo per realizzare qualcosa che esalti la natura stessa dei sensi.
Dalla nascita alla vendita, tutto è strutturato per essere realmente ineffabile.

Julian Bedel (creativo, nato in una famiglia di artisti e circondato da intellettuali) dopo anni di auto-formazione, esercizio, disciplina e ricerca con scienziati, biochimici ed esperti è riuscito a crearsi il suo ruolo fondamentale per l’esistenza di Fueguia e a racchiudere nei suoi “parti” frammenti di sé, del Sud America, dei paesaggi mozzafiato, della flora e della cultura che lo circonda.

L’impasse è il magnifico HK, un profumo – in edizione limitatissima – creato in occasione del Merano Wine Festival del 2013, in cui raccontare la storia delle essenze e del vino, di come siano così vicine, così simili nella loro intrecciata storia.
HK è il sunto dell’estetica. Una prova indiscutibilmente demiurgica di  realizzazione nel concreto del canone del Bello e del sinergico: infatti da subito evoca nella mente il vino che giace in una botte, il matrimonio tra legno bagnato e vita che si evolve al suo interno.
Torna il sughero carico di aspettative, il dolce delle bucce rosse, un torbato lontanissimo, il tutto concentrato in un avvincente iter tra botti, sapori e odori, con il legno e il fruttato come protagonisti assoluti di un’esperienza disarmante che incolla il naso alla pelle.

Ho utilizzato la cromatografia del Pinot Noir argentino per analizzare i volatili aromatici del vino” spiega Bedel rispetto al suo lavoro su questa speciale creazione, “per poi utilizzare le stesse molecole nella composizione della fragranza. Ci sono ingredienti – come il Damascenone o l’Alcol feniletilico – che sono ingredienti chiave della Rosa damascena oppure composti vinilici presenti nella Bulnesia sarmientoi e in alberi originari dell’Argentina. Sono anche un elemento chiave nella distillazione del Legno di quercia per ottenere i lattoni del whisky, che conferiscono il caratteristico aroma del legno al vino”.

Questo è Bedel. Un arcano e curioso incantatore di esperienze, un alchimista sapiente ed entusiasta che scova il Genius Loci delle suggestioni per renderle puro Pathos.

Incredibile. Ed è davvero dir poco per descriverlo.

Buona scelta
IBD
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