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Dal quattro all'otto Aprile, qui in Cina si è tenuta una festività nazionale, l'equivalente della Festa dei Morti da noi.
Ne ho approfittato con alcuni amici per andare a Pechino.Non mi soffermerò nel descrivere i principali siti di interesse, comunque veramente magnifici, quali Muraglia Cinese, Palazzo d'Estate, Tempio del Paradiso e Città Proibita, quello che mi interessa raccontare, con qualche parola e tante foto, e che è quello che piu si avvicina a ciò che cerco qui in Cina, è la vita di quartiere.
Abbiamo alloggiato in un ostello un po' diroccato nella "città vecchia", quartiere piuttosto esteso e limitrofo a piazza Tienanmen.La cosa che mi ha colpito è, ancora una volta, il contrasto tra la marzialità della piazza sopracitata, la perfezione e l'organizzazione dei trasporti pubblici (la stazione sembra un aeroporto, treni pulitissimi e puntualissimi) e la "vita vera" composta da edifici bassi, vecchi ma caratteristici, tassisti umani in bicicletta o a piedi, banchetti che friggono ad ogni ora strisce di pasta, spiedini di carne, verdure, banchetti di spiedini di frutta candita, il quartiere degli insetti (dove ho avuto modo di gustare un ottimo scorpione fritto), bettole sporche che non ci daresti due lire ma che alla fine risultano buone e gustose, ristoranti dove vendono, tra le altre cose, carne di cane e di scimmia, fruttivendoli per strada, scantinati adibiti a sale massaggio, banchetti abusivi dove vendono sigarette contraffatte..
Qui il contrasto è ben piu accentuato rispetto a Shanghai.Continuo a non capacitarmi del divario esistente tra la Cina moderna, occidentalizzata, quella delle olimpiadi, dell'ordine maniacale, quella dei controlli ai raggi x per entrare in stazione o in metro (persino per entrare in piazza tiennammen c'erano i controlli) e il sottobosco urbano, ne quale proliferano ogni genere di sottolavori abusivi, nel quale, sembra, ciascuno cerca di inventarsi qualche cosa per tirare avanti. Mi ricorda un po' l'Italia anni sessanta, dove, al fianco del boom economico, persisteva ancora una vita anarchica dove ciascuno, in un modo o nell'altro, si arrangiava come poteva, senza fare troppi complimenti o preoccuparsi di ciò che pensavano gli altri.
Il tutto però, impregnato di tecnologia moderna..
Qual è la Cina vera? di certo ancora non posso saperlo, ma dopo questo "blitz pechinese" il quadro inizia ad apparirmi piu chiaro.
Ultima foto: il paesaggio rural-industriale che mi ha accompagnato durante il viaggio di ritorno
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