Magazine Lavoro
Personalmente ritengo questi progetti di cooperazione internazionale molto interessanti, solo in caso di scambi culturali di competenze e conoscenze e quando hanno presente al loro interno regole che ne stabiliscono il doppio senso e non il senso unico e cioè: dai paesi "poveri" a quelli ricchi e viceversa e mai da un solo lato, altrimenti diventa "saccheggio della forza lavoro". In quest' ultimo senso viene a crearsi ne più e ne meno quello che si è verifcato con lo scambio di merci a capitali, creando cosi all' interno dell' eurozona un' altro vantaggio per il paese in ricco ed in avanzo, che potrà contare su una forza lavora qualificata e competente prelevata ai danni di quei paesi che sono in deficit, Condannandoli alla regressione produttiva e alla progressiva riduzione di quei settori che richiedono un valore aggiunto di qualità in una prospettiva di innovazione. Questo, mentre assistiamo all' elezione di RE Giorgio88, e all' incarico dato ad Enrico (PD) nipote dei Gianni (PDL) con badante al seguito (Amato?), gente che ha contribuito in modo evidente allo sfaldamento del sistema produttivo e sociale del nostro paese, e che ora si presentano agli occhi della gente come salvatori della buona politica e della patria. Quello che mi dispiace e che molti italiani sono talmente illusi e rincoglioniti (mi scuso ma non posso farne a meno), fino al punto di credere che gli stessi che li hanno ridotti con le pezze al sedere, e svenduto buona parte del patrimonio pubblico in nome dell' unione europea e dello pseudo spirito di collaborazione, ora li possa tirare fuori dalle sabbie mobili. Ma queste sono cose che faccio fatica a capire come anche quelle persone che utilizzano la ragione... Con l'introduzione in primis dello SME (1979) e dell' euro in un secondo momento, è stata annullata l'unica via d'uscita, e cioè la svalutazioe, per il riequilibrio economico e politico dei paesi con economie deboli rispetto a quelle forti, dicasi Germania, che ha travolto e stravolto questi equlibri, traendo beneficio dalla parità di cambio e dalla moneta unica, diventando paese egemone circondato da paesi cuscinetto su cui trarre la propria ricchezza. Ed essendo ben consapevoli di quanto appena detto, i tedeschi, non hanno alcun imbarazzo e scrupolo nel comportarsi come invasori e conquistadores, anche perchè i vassalli in che purtroppo circolano ancora in Italia gli permetto queesto. E quindi in attesa delle ulteriori privatizzazioni che gli permetteranno di mettere le mani sugli ultimi pezzi pregiati aziendali e patrimoniali dell’Italia, i Deutch, si approviggionano delle nostre migliori competenze tecniche, che magari sono state formate grazie ai sacrifici delle nostre famiglie e degli investimenti che quest' ultime hanno profuso nella scuola pubblica e privata, per poter dare un futuro ai loro figli. L' Italia semina e gli altri raccolgono. In tutto questo, c'è una ragione per cui la Germania va alla ricerca di operatori qualificati e competenti, ed il motivo risiede all' interno del discorso che riguarda la disoccupazione, infatti, mentre nell’eurozona continua ad aumentare il numero di persone in età da lavoro, in Germania invece diminuisce progressivamente. Come si può vedere quì, la forza lavoro della Germania fra i 15 e i 64 anni si è ridotta del 2% negli ultimi undici anni, al contrario della media dell’intera zona euro, dove è aumentata del 7%.
In questo si potrebbe nascondere uno dei motivi per cui il livello di disoccupazione in Germania è basso, rispetto al crescente 12%, registrato nel resto dell' eurozona. Altra cosa da rimarcare è quella che ci dice che i tedeschi non cercano manodopera semplice, che tra l'altro può essere rastrellata ad ottimi prezzi tra le folte schiere degli immigrati che arrivano dall’Est Europa, dalla Turchia o dall’Africa, ma quelle persone che in un paese sono la base su cui costruire la nuova classe dirigente e imprenditoriale, persone molto istruite e magari specializzate in un determinato settore. Questo perchè un paese senza competenze, e persone istruite è un paese senza futuro, costretto a restare nella propria mediocrità. E questo la Germania lo sa benissimo, al contrario dell' Italia dove sempre gli stessi vassalli, negando un futuro ai giovani, permetteno la fuga di cervelli, come fosse nulla al mondo fungendo rifornimento per gli altri. Considero, nell' ambito di una collaborazione internazionale, che l' esperienza di lavoro all' estero sia una cosa utile a fare esperienza ed ampliare il proprio pagalio culturale (sperando che un giorno l’Italia riesca ad uscire dai pantani e una parte di questi ragazzi possa rientrare in patria con un notevole bagaglio di conoscenze e know how), ma qui non ci troviamo in uno spirito di collaborazione e nemmeno di cooperazione, che in teoria dovrebbe alimentare questa barzelletta (non divertente) dell' unione monetaria. La Germania non solo non partecipa ed aiuta una possibile ripresa dell' euro zona continuando nella sua opera mercantilista, ma addirittura sta dando il colpo di grazie a quel tessuto produttivo mediante l'appropriazione indebita di cervelli che assicurano, il futuro ad un paese. Tutto sotto i nostri occhi.
Qui i piddini, che nonostante tutto inneggiano al sogno europeo, alla chimera degli Stati Uniti d’Europa, bisogna essere sinceri, sono stati bravi a convincere quelli che oggi hanno la loro stessa idea, ma intanto potrebbero e dovrebbero dare un’occhiata alla lista delle svendite della nostra industria nazionale che è cominciata 25 anni a partire dallo smembramento dell' IRI, per comprendere meglio la "sprofona" crisi economica in cui politici e pseudo economisti ci hanno volontariamente "accompagnati". All' insegna del liberismo sfrenato e selvaggio e dell’apertura incondizionata ai “mercati” (ma cosa sono i mercati per questa gente? Banche!!! e liberi speculatori) che fanno ovviamente solo i loro interessi, ci siamo trovati nel bel mezzo dell' europalude, guardati da altri paesi del mondo che al contrario, anzichè seguire queste ideologie scriteriate, ha attuato politche più o meno di protezione, all' insegna della difesa del loro tessuto economico e produttivo. Mentre i francesi hanno già fatto razzia di quello che potevano, dalla grande distribuzione all’energia, i tedeschi da poco si sono appropriati di alcuni marchi (tra cui Ducati), dall’elevato grado di innovazione tecnologica, dal prestigio del nome riconosciuto a livello internazionale, e dalla virtù di saper pemetrare agevolmente nei mercati esteri. Ma non si fermeranno qui. Strategia questa che conferma il potere economico e politico che la Germania detiene, e con il quale si pone l'obbiettivo di diventare il centro, sviluppato e avanzato dell' Europa, che punta principalmente alle esportazioni, lasciando la produzione di componentistica a basso costo, e dal ridotto o azzerato valore tecnologico. Qualche pinzetta per i freni se ci va bene, oppure viti e bulloni.
Quando uno stato svende il proprio patrimonio pubblico e si priva di personale competente e istruito, è destinato prima o poi a diventare una colonia da cui attingere, un paese satellite, un paese del terzo mondo. E questo non ho la presunzione di dirlo io e magari altri bloggers che sono rimasti l'unico vero centro di informazione italiana, ma lo gridano i principali analisti di economia e finanza del mondo, basta farsi qualche lettura (utilizzando google translate, cosi non avete scuse :)) sui siti e sui veri giornali, americani, inglesi, giapponesi, per capire qualcosa di diverso dalla propaganda fatta di televisione e carta straccia, vigente in Italy.
Vi lascio in compagnia di una confessione, non dell' economista del circolo della lucertola, ma di Paul Krugman che parlando di Italia e Spagna ha dichiarato: “Quello che è successoè che entrando nell’euro, la Spagna e l’Italia hanno ridotto loro stessi apaesi del Terzo Mondo, che prendono in prestito la moneta di qualcun’altro, con tutte le perdite di flessibilità che tale operazione comporta. In particolare, siccome i paesi dell’area euro non possono stampare moneta neanche in casi di emergenza, sono soggetti a interruzioni di finanziamenti, a differenza dei paesi che invece hanno mantenuto la propria moneta. Il risultato è quello che abbiamo tutti sotto gli occhi”.
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