Fuga (silenziosa)

Se può, lo fa tutti gli anni. La ‘povna – da quando iniziò quasi per caso, tanto tempo fa – ci tiene particolarmente, ogni estate, a fuggire da sola per almeno un po’ di giorni. E’ l’occasione per riposarsi, per nascondersi dal mondo, per dormire, leggere freneticamente, scoprire posti nuovi.
Era successo anche l’anno passato (quando andò alle terme), e quello prima (quando approfittò del matrimonio di Ninfa e Acchiappanumeri), oppure nel 2010, indimenticabile (che la portò, in gloria, sotto il vulcano).
Quest’anno però, nonostante le tante e reiterate vacanze, questa parte di programma le era scappata via, insensibilmente. La ‘povna, al rientro di settembre, e consapevole che non si poteva lamentare, proprio di nulla, se ne era fatta una ragione, e aveva alzato le spalle. Però, c’è poco da dire, quel suo tempo rubato le mancava.
Capita invece che l’unione di varie coincidenze (l’assenza di Neverland, che ritorna più viva, si spera, l’anno prossimo, il vuoto di impegni scolastici nei giorni di interregno tra la fine degli esami e l’inizio di tutto, la mancata conferma al nord, di una annunciata festa) le regalano proprio quei due giorni dei quali era, senza parere, alla ricerca. E così, colta da un raptus, il sabato sera la ‘povna ha cavalcato internet, è andata a ritrovare un certo posto (che voleva provare da tempo) e hai cliccato su “prenota”.
Ha così trascorso 40 ore circa circondata da cipressi, viti, ulivi, protetta dalle montagne. E in un luogo splendido come pochi ne ha visti ha letto, letto, letto (al ritmo di un volume al giorno), camminato nel silenzio di campagna, mangiato benissimo, nuotato, preso il sole.
Ora è rientrata, per davvero e definitivamente (ma come piace a lei, proprio a ridosso). Domani la scuola, insieme a tutto, ricomincia. E la ‘povna è pronta, di nuovo, ad attraversare i mondi. Come vuole, da definizione, il suo destino.