> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="200" width="600" alt="Fumetterie, editori e distribuzione: intervista a Francesco Settembre di Antani Comics >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-41110" />
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="220" width="165" alt="Fumetterie, editori e distribuzione: intervista a Francesco Settembre di Antani Comics >> LoSpazioBianco" class="size-full wp-image-41113" />Ritratto di Francesco Settembre a opera di Alessio Fortunato
Cominciamo presentandoti brevemente.
Francesco Settembre, titolare della libreria del fumetto Antani Comics dal 2000, organizzatore di Narnia Fumetto e Fumetterni. Papà, rompiballe, appassionato di fumetti, sostenitore della "rivoluzione delle fumetterie", che in un futuro immaginario cambierà il mondo.
Come è cambiato il compito e il ruolo delle fumetterie negli anni?
Prima eravamo delle edicole con "della roba in più".
Ora siamo in bilico tra la libreria e il negozio per cosplayers!
Diciamo che se una evoluzione culturale c'è stata, comunque siamo ancora in mezzo a un guado. Chiariamo: niente di male a vendere ramen e costumi, per carità.
Da un punto di vista economico, DOBBIAMO guadagnare. Mi piacerebbe lo facessimo almeno principalmente con i fumetti.
Se ciò non è possibile, c'è evidentemente qualcosa che non va...
Veniamo al nodo della questione: la distribuzione. Puoi spiegare brevemente come funziona dal tuo punto di vista il sistema distributivo?
L'editore produce e promuove presso il grande pubblico; il distributore si fa carico di far arrivare i prodotti nei negozi, e promuove presso di questi. Il negozio pubblicizza ai propri clienti, e vende al consumatore finale.
Il problema è che il rischio è sbilanciato verso il negoziante. L'editore promuove -spesso- poco, si affida molto a eventi come Lucca, dove vende centinaia di copie saltando tutta la filiera, e poi se la prende col negoziante che lavora male, a suo dire. Il sistema distributivo è VECCHIO: dovremmo parlare di promozione, reso, tour di autori, ma si fa poco e nulla...
Il fatto che i principali distributori siano, di fatto, editori, cosa comporta secondo te? Premessa: tra i distributori non c'è VERA concorrenza. Poi... ormai tutti e tre i principali distributori sono anche editori. Se questo portasse a delle vere esclusive, forse cambierebbe qualcosa.
Avrebbe potuto. Avrebbe dovuto.
Invece, francamente, al momento differenze non se ne vedono. Una cosa buona è Premiere: fatto bene, e soprattutto gratuito...
Quello che mi aspettavo, al di là del reso, era una tipologia di comunicazione differenziata per libraio e cliente: siamo due categorie con esigenze diverse, che non sto qui a spiegare, e quindi la comunicazione DEVE essere differenziata, non possiamo ricevere gli stessi cataloghi, ed avere a disposizione gli stessi strumenti. In pratica è quello che accade nella varia. Ma MELI, al momento, non ha cambiato nulla...
MeLi, come preannunciato al momento della sua “scesa in campo”, ha dato il via a una offerta di reso per le fumetterie basato su percentuale di venduto. Cosa ne pensi di questo sistema?
Ne ho parlato sul mio blog per primo :)
Guarda, alcuni colleghi lo hanno stigmatizzato, affermando che, siccome Meli dà il reso totale alle librerie, perché ne da uno parziale alle fumetterie, che a tutti gli effetti sono librerie? C'è una causa legale in corso, in proposito...
Concordo pienamente con quello che sostengono i colleghi, ma penso che, se questo 15-20% solo su alcuni editori sia una opportunità ed un inizio. Se la vediamo in questa ottica è un conto, se è un "traguardo raggiunto", beh allora siamo lontani...
Hai parlato di Premiere. Ma i cataloghi sono utili per i lettori? Sono strumenti che vengono usati? E per i gestori delle fumetterie, aiutano a conoscere quel che devono ordinare, quello su cui scommettere? Cosa manca quindi nel giro della distribuzione secondo te, e secondo le fumetterie in generale per quel che hai avuto modo di sentire? Come ci si rapporta con una produzione in continuo aumento, con editori che sfornano numeri uno a getto continuo, spesso nemmeno facilmente distinguibili l'uno dall'altro? Ma in questi incontri, chi paga? L'editore sostiene la fumetteria? Il rapporto con gli editori, esiste, serve, manca? Una fumetteria può (deve?) da sola prendersi la responsabilità di pubblicizzare, informare, vendere, gestire le lamentele? Il ruolo delle librerie di varia: negli anni si è ampliata la loro influenza specialmente nel formato graphic novel, tanto che alcuni autori affermano di vendere più in questo circuito che in fumetteria. Cosa ne pensi? Cosa pensi della recente legge che regola gli sconti massimi per l'editoria? Amazon, uno dei principali "bersagli", rappresentava un concorrente scomodo per una fumetteria? I siti di informazione e critica, le riviste settoriali o le recensioni su magazine non di settore: quale influenza hanno secondo quello che hai riscontrato? Ma alla fine, dal tuo punto di vista, quello del fumetto é un mercato vivo, ricco, o effettivamente in crisi e che vive al di sopra delle proprie possibilità? Riferimenti:
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Il reso è come la moviola in campo nel calcio. Sono da definire le regole per realizzarlo, ma è necessario almeno provarlo per dire che non funziona. Comunque è il nodo principale, anche se non l'unico.
Per i lettori sì, per le fumetterie poco. Leggere una recensione "CAPOLAVORO" o "SPACCA, COME SPACCA XXXX", non aiuta. Ci servirebbero strumenti appropriati e riservati Inoltre: escono tardi, e non sono disponibili in pdf. Un esempio per gli altri dovrebbe essere PREMIERE: esce UN MESE prima della scadenza, è gratuito, e totalmente disponibile online. Per il resto: se li regali, sono una grossa voce di spesa.
Professionalità, da parte di tutti.
Non possiamo continuare ad avere un sistema in cui, tra fumetterie ed editori, c'è chi lo fa come secondo lavoro. Così è ovvio che gli dedichi i ritagli di tempo. Manca a tutti una professionalità vera, che si costruisce con l'impegno ed il lavoro, nel tempo.
Ci si informa per quello che si può, talvolta si può andare a caso. E magari si taglia qualcosa...
Sì e no.
Nel tempo, tra fiere ed eventi, credo di aver raccolto una piccola truppa di appassionati. Ma mi rendo conto che molti vengono da fuori. La mia città continua ad essere molto difficile per eventi del genere.
Basti pensare che una settimana fa avevo Dell'Otto, Pontrelli, Dell'Edera, Simeone e Fuso INSIEME in negozio.
Circa 40 i presenti, quasi tutti da fuori.
Alle 18,30, la gente era finita e gli autori sono partiti.
Alle 18,31... sono cominciati a venire gli autoctoni...
In termini di copie vendute, imponendo l'acquisto dell'albo dell'autore per avere un suo disegno, riesco a rientrare delle spese. Però, se questa degli incontri fosse una pura attività economica, non la farei.
EH? L'EDITORE?
Ad oltre cento eventi realizzati, posso dirti che MOLTO RARAMENTE l'editore collabora, ma già è grasso che cola se fa un extrasconto sui propri albi. Nel 99% dei casi, l'attività è posta TUTTA sulle nostre spalle, promozione compresa!
Spesso manca. Devo ancora capire cosa rispondere ai clienti che mi chiedono come fare se il tale volume si trova in libreria da un mese, ma l'hanno prenotato da me da sei mesi, o come fare se il tale volume, ordinato in tempo, non è arrivato, ma se lo ritrovano a Lucca Comics dove c'è l'autore. Non ci sono regole di alcun tipo.
Le fumetterie che partecipano regolarmente a fiere, sono 1 su 20, mediamente. Se vai a Lucca, forse ne trovi qualcuna di più, ma siamo pochi. Far fiere COSTA, sia soldi che fatica. Impegno, magazzino, attrezzatura. Rende? Non sempre. Infatti, molti espositori che continuano a far fiere, pur lamentandosi, lo fanno come secondo lavoro, quasi un hobby. Per questo possono permettersi di farle anche in pareggio, o talvolta di perderci.
Sono casi sporadici, e in ogni caso valgono per le grandi librerie. Io giro spesso tra gli scaffali di quelle della mia zona, ma non è che ci siano chissà quali reparti dedicati ai fumetti. Anzi!
Sono onesto: contrario in linea di principio, favorevole alla pratica. Un sito -non parlo di Amazon- che ti fa il 60% sul nuovo, che, se ordini dieci volumi insieme te li spedisce con 4-5-6 spedizioni diverse, CHIARAMENTE vende IN PERDITA. Ora, serve anche un po' di consapevolezza nel fare gli acquisti: perché qualcuno dovrebbe voler vendere in perdita, se non per acquisire posizioni di mercato a scapito dei piccoli?
Mah... al momento mi sembra una grossa bolla di sapone. Non so, ma penso che, se portata agli estremi, una cosa del genere, con la pirateria, porterà a far chiudere le fumetterie prima, ma editori e distributori poi...
Poca. Siti informativi all'altezza ce ne sono pochi, e spesso si lasciano andare a polemiche o a dissertazioni inutili per il nostro lavoro.
Un sito di informazione professionale, continuamente aggiornato e super-partes, in Italia, per dirla con le parole di poco fa, SPACCHEREBBE!
E' vivo, è ricco. Ma rischia di scoppiare. Vedi quanta affluenza di pubblico ha Lucca Comics: tutta quella gente, durante l'anno, dove li compra i fumetti?
Antani Comics, il sito: www.antaninet.it
Come se fosse Antani, il blog di Settembre: prontiallerese.blogspot.com
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