I danni dovuti al fumo nell’attesa non riguardano solo il periodo della gravidanza e il benessere del bambino all’interno del pancione, ma interferiscono con la salute del piccolo anche dopo la sua nascita. Infatti nei bambini di donne fumatrici sono più frequenti le sindromi da stress respiratorio ed è maggiore il rischio di SIDS, la sindrome della morte improvvisa del lattante, più nota come “morte in culla”. Alcuni studi hanno dimostrato che il rischio che si verifichi questo evento drammatico è addirittura triplicato se la futura mamma fuma nell’attesa.
Ma i potenziali effetti negativi di questa abitudine non riguardano solo il primo periodo successivo alla nascita. Per i figli di fumatrici che hanno fumato anche in gravidanza aumenta la probabilità di soffrire, nel corso dell’infanzia, di deficit dell’attenzione, sindrome da iperattività e obesità. Ogni bambino ha diritto a crescere in un ambiente salubre in cui la sua salute non venga messa in pericolo dalle abitudini dannose di mamma e papà.
Spesso si crede di risolvere il problema fumando quando il bambino non è presente e poi arieggiando il locale, ma questa misura non è sufficiente. Aprire la finestra per alcuni minuti non serve praticamente a nulla: si è visto infatti che per eliminare il 95% delle sostanze tossiche liberate da una sola sigaretta è necessario arieggiare l’ambiente per almeno tre ore!
Oppure, molti genitori fumano affacciati alla finestra o in balcone, pensando così di preservare il bebè dal fumo passivo. In realtà, le sostanze dannose contenute nella sigaretta restano intrappolate nel respiro, negli abiti, nelle tende, nei divani, nei sedili dell’automobile… e il bambino è inevitabilmente esposto ai potenziali rischi che queste sostanze tossiche comportano.
Quindi cari genitori, smettete di fumare, se non per voi stessi, fatelo per il bene dei vostri bambini!
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