ho accesa il fuoco.
in questi giorni mi sono occupata del caminetto. adoro il fuoco, era il posto del mio nonno quando ero piccola, lo accendeva, lo curava, faceva la brace, ci cuoceva la carne per le grigliate di famiglia.
quando la mia mamma gli chiedeva: “ma vuoi il cambio? non hai caldo?”
rispondeva sempre: “boia di un diavolo, mi dovrò pure abituare alle fiamme dell’inferno!”
accendere il fuoco mi rapisce.
due canne secche, un “pinello”, un fiammifero, e poi sù sù, un castellino di legna sempre più grossa.
il ceppo grande che aspetta il suo turno vicino agli alari e intanto si scalda e si secca.
da piccola mi chiedevo che cosa fosse il fuoco. il giallo che vedevo, che non si poteva toccare ma esisteva, e il nero, e il blu e il verde.
sono andata a vedere su wiki la definizione…
“La fiamma, o fuoco, è un fenomeno luminoso tipico della combustione, di cui è anche l’indice più evidente: dove c’è una fiamma, c’è una combustione in atto.
Fisicamente, la luce emessa è dovuta alle molecole dei prodotti gassosi della combustione, ancora eccitate, che emettono l’energia in eccesso sotto forma di fotoni nello spettro visibile.”
i fisici a volte mancano decisamente di romanticismo…
per me il fuoco era come una specie di animale fantastico, che si nutriva di legno e che si spengeva piano piano lasciando vermi luminosi rosicchiare quel poco che restava.
il mio fratello era invece meno riflessivo e assai più incendiario. tedoforo orgoglioso di granatini in fiamme, bruciatore di ogni cosa infiammabile, grandissimo collaudatore di intere scatole di fiammiferi.
sul fuoco si facevano le mondine (ci si fanno ancora, se dio vuole!) e i necci (quelli non si fanno più, bisogna che corrompa il mammuth) con la ricotta.
il fuoco è crudele. ti cuoce la parte che lo guarda e lascia fredda la parte di dietro, ti abitua a una temperatura infernale e quando ti alzi dal caminetto pare di stare al polo nord.
la mia wonder gatta adorava il fuoco. invecchiando invecchiando era sempre più freddolosa.
allora si avvicinava al fuoco, un centimetro alla volta, sempre più vicina.
fino a che una fiamma dispettosa le bruciava baffi e sopracciglia arricciolandoglieli.
questo post lo sto scrivendo seduta davanti al fuoco.
quando comprerò una casa avrò un caminetto (oltre che un giardino per un ciuchino).