Una storia. Una storia d’amore. Come tante, come nessuna. Due persone apparentemente diverse: una donna con un grande peso nel cuore e lo psicoterapeuta che cerca di aiutarla, si ritrovano a condividere il tempo delle sedute. Due vite che si sfiorano, creando momenti intensi e intimi, per poi allontanarsi e tornare alla routine quotidiana.
Marta, una ragazza riservata, afflitta da atroci visioni del futuro che puntualmente si avverano, impara, grazie a Patrick, ad avere fiducia in sé stessa e ad affrontare le sue paure. Proprio in seduta con quest’ultimo, ha l’ennesima visione e viene sopraffatta dal dolore. Lui infrange le regole del setting per aiutarla e insieme salvano una vita. Dopo quell’episodio entrambi sentono che qualcosa è cambiato e, in attesa dell’ultima seduta di congedo, riflettono sui propri sentimenti. Ancora una volta, però, il destino decide diversamente e, il giorno prima di quell’incontro, Marta ha un’altra, sconvolgente, visione che le fa prendere una importante decisione…
Un libro noioso e ridondante in cui la scelta di raccontare la storia secondo il punto di vista, alternato, dei due protagonisti non fa che rallentare oltre modo lo svolgersi della narrazione. Non vedo il motivo per il quale ripetere la stessa scena due volte, utilizzando spesso le medesime battute. L’idea di fondo non era malvagia, ma il tocco soprannaturale non si amalgama, a mio viso, nella storia. Quantomeno, non riesce a farlo risultando verosimile. La scrittura “a quattro mani” ha il pregio, se non altro, di dimostrare che le autrici, ciascuna per la propria parte, sono competenti in materia – l’aspetto psicologico, ad esempio, è affrontato in maniera professionale dal momento che una delle due scrittrici, Daria Beda, è una psicologa.
Insomma, lettura poco scorrevole ma che tutto sommato può risultare meno peggio di altra roba autopubblicata su Amazon.